Buongiorno mondo umido e
salato!
Sono al mare…
Questa settimana di
vacanza è stata una decisione inaspettata. Dopo la proposta di Walter delle due settimane in sua compagnia (che non
saranno ferie, ma lavoro…), ho pensato di meritarmi almeno 7 giorni al mare
nella piccola casetta di famiglia in un luogo misterioso e segreto (:p).
In realtà questa casetta
era dei miei nonni, che hanno vissuto qui fino alla loro morte. Io e le mie
cugine e cugini abbiamo passato l’infanzia e l’adolescenza qui e ho dei ricordi
meravigliosi. La nostra casetta è in cima ad una piccola collina e il balcone
si affaccia proprio sul porto. La sera è una meraviglia stare seduti in balcone
a guardare le navi e godersi il fresco del tramonto. Qui intorno è pieno di odori e rumori che mi
ricordano l’infanzia: il dondolio delle barche attraccate, i parabordi che si
toccano, le colonie di gatti, gli odori dei ristoranti, le bancarelle di
collane di conchiglie dei bambini, i palloni abbandonati sulla spiaggia.
Fino a qualche anno fa,
mi sembrava tristissimo venire qui da sola a passare le ferie. Adesso è una
cosa che faccio con piacere. Credo che la differenza stia nello stato d’animo
di una persona. Quando si è in pace con il mondo, in un momento di equilibrio e
serenità, la solitudine non fa paura. Quando si è giù di morale ti rende la
vita ancora più nera.
Quando vengo qui ho il
tempo di dedicarmi alle mie traduzioni e alcune ore del giorno mi ispirano
racconti e progetti di scrittura. Magari quelle ore del dopo pranzo, quelle
scandite dal frinire delle cicale; mi ricordano le estati passate e ormai sono
arrivata al punto di non riuscire più a dormire serenamente il pomeriggio,
senza lo strusciare delle cicale ed il vento che muove le tende e che entra in
casa. Stamani sono scesa al porto, ho fatto la spesa, salutato amici ed amiche
(anche se la maggior parte non sono ancora arrivati), comprato il giornale e
seduta al bar con brioche e cappuccino. Leggere il giornale sapendo che non
avrai nient’altro di importante da fare è una goduria. Ti soffermi anche sulle
notizie più idiote che solitamente non degni di attenzione.
Sabato quando sono
arrivata, ho messo la rosa di Andrea in un vaso. E’ un vaso lungo e stretto,
fatto per un solo fiore. Io però ho pensato di non lasciarlo appassire lì da
solo e gli ho messo accanto una margherita che ho colto nell’orto che era di
mio nonno. Adoro le margherite: sono allegre e simpaticissime. La margherita e
la rosa stanno bene insieme nel vaso, anche se la rosa è più alta e non è
chiaro se la voglia schiacciare o proteggere. Curiosa metafora…;-)
Ore 22.40
Mi sembrava troppo bello
riuscire a passare sei giorni tranquilli, magari in compagnia del vecchio
gruppo di amici per l’aperitivo. E invece la mia vacanza solitaria si è
trasformata in una vacanza/lavoro in compagnia. Mi rende nervosa il pensiero di
dover fare l’attrice davanti agli altri. Mi rende molto, molto nervosa.
Comincio dall’inizio se
no non si capisce niente. Verso le tre di oggi ricevo la telefonata di Andrea.
Ho già parlato di lui, ma forse la natura del nostro rapporto non è troppo
chiara, neppure a me a questo punto. L’ho conosciuto circa un anno e mezzo
fa, grazie ad un vecchio cliente. Lui ha
dimostrato subito interesse per me, io no. Il suo interesse era incentrato
sull’aspetto sessuale, quindi, dopo alcune insistenze, ho chiarito privatamente
la mia posizione al riguardo e lui non si è creato troppi problemi. Un po’ per
una relativa vicinanza di età, un po’ per affinità di idee, siamo diventati più
o meno amici, sempre rispettando l’uno la sfera privata dell’altro. Non è mai
nato un sentimento profondo quindi abbiamo raggiunto un certo equilibrio. Da
qualche settimana, non so perché, Andrea mi sembra un po’ fuori. E’ nervoso,
umorale e disequilibriato. Lui non mi ha detto niente e io non me la sento di
chiedere.
Fino a che le sui
incursioni si limitavano alle telefonate, con successive scopate notturne,
poteva anche andarmi bene. Pure con i suoi eccessi, visto che Andrea ha
un’indole piuttosto autoritaria e più di una volta ho passato ore a farmi
scopare senza fiatare o in ginocchio con il suo uccello in bocca. Ma ho il sospetto
che lui voglia entrare prepotentemente nella mia vita e controllarla. Non si
tratta di amore, in senso classico eh. Almeno non credo. Ci conosciamo da un
anno e mezzo e non ci sono state avvisaglie, non vedo perché dovrebbe cambiare
ora. Comunque la sua uscita di oggi, mi ha lasciato un po’ così. Non che non mi
faccia piacere… però bah. In ogni caso, tornando ad oggi, verso le tre mi
telefona. Io resisto alla tentazione di rispondere. Lui non richiama. Pensavo
fosse finita lì. Alle quattro scendo al porto, passo all’edicola a prendere
l’ultimo Montalbano di Camilleri e mi fermo al bar a prendere un tè freddo.
Sapete quando siete concentrati su una cosa, ma basta un particolare, un suono,
un movimento per farvi alzare gli occhi? Qualcuno mi passa accanto e la pagina
del libro si alza leggermente; io tiro su la testa e mi cade l’occhio su un
tizio che ha la stessa camminata di Andrea, stesso taglio di capelli, stesso
fisico. Rimango un attimo così. Mi rimetto a leggere, ma a quel punto non
riesco più a concentrarmi. Quel tizio mi ha messo la pulce nell’orecchio. Mi
alzo e mi incammino verso il molo, nella stessa direzione dove è andato lui.
Percorro il molo quasi fino alla fine, verso il faro rosso e non vedo nessuno.
Faccio per tornare indietro e mi sento chiamare. Era Andrea. Per un attimo ho
avuto l’impulso di andargli incontro, poi di mandarlo affanculo. Ho pensato:
questo è un pazzo che segue le donne, che le ossessiona. Se gli vado incontro
giustifico il suo comportamento e magari fra un paio d’ore mi ritrovano morta
sugli scogli dietro il faro. Poi ho pensato, che in fondo, era solo Andrea, il
mio amico.
Per farla breve, mi è
venuto incontro lui, abbiamo litigato, ci siamo ripetutamente mandati affanculo
attirando l’attenzione dei passeggeri di tutte le barche a vela del molo che
mancava poco prendevano i pop corn, lui mi ha detto che ha voglia di me e che
non può più tornare a casa ormai, che due giorni con lui non mi uccideranno ecc
ecc. Io gli ordino di tornare a casa e lui mi fulmina con lo sguardo. Mi sono
allargata troppo. Mi prende per il braccio e quasi me lo stritola. Mi prende
l’altra mano e me la mette sull’uccello che è duro come un sasso. Mi sono
sentita molle sulle gambe e mi sono bagnata come una verginella impaurita; da
non credere. Sono diventata viola dall’imbarazzo anche perché la gente era
sempre lì che ci guardava e io non sono mai mai stata un’esibizionista (a parte
forse il pompino al mio ex ragazzo sul lungomare e qualche scopata sulle
poltrone dei club a Londra, ma almeno lì era notte!). Lui mi molla il braccio e
mi sfiora le tette. Sorride. I capezzoli sono diventati di marmo e mi dice
qualcosa tipo: “Vedi che ho fatto bene a venire?”. Mi sono sentita nel pallone.
In quel momento ho pensato alla vacanza rovinata, a come potrò giustificare la
sua presenza davanti agli amici, a dove lo metto a dormire che la casa è
piccola. Tutte cose che ancora mica ho risolto. Su una cosa però sono stata
irremovibile e credo di aver fatto la cosa giusta: i soldi. Va bene stare qui,
ma gli ho presentato il conto anticipato. Ho paura che il giorno in cui non gli
chiederò più soldi, non avrò più il controllo del nostro rapporto
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