mercoledì 6 giugno 2012

Perchè no?

Vale...
Dimmi
Ci sposiamo?
Perchè no?
Okkei allora
Facciamo da me? C'è da aspettare meno e la sala dei matrimoni del Comune è molto bella
Perfetto
Perfetto allora


Lo so non è esattamente una proposta da film machisenefrega. Il mio momento di romanticismo l'ho avuto quando mi ha detto "ti amo" per la prima vera volta. E poi ce ne sono stati molti altri e molti altri ce ne saranno.
Ho sempre visto il matrimonio come qualcosa di poco cerimonioso e di molto concreto. E' un contratto ma anche una promessa tra due persone che, in teoria, decidono di sostenersi e di accompagnarsi per la vita. Credo sia questo che conti, più dei fronzoli e delle proposte in ginocchio sul selciato. Riguardo l'anello già ce l'ho. Ora tocca a lui mettersi il suo :p

ps: ho ritrovato il post che ho scritto dopo quel momento dello scorso anno che mi ha letteralmente cambiato la vita. E' passato meno di un anno ma quante cose sono successe...



26/06/2011

Dunque… dei fuochi ho visto poco e non ricordo niente. Quest’anno mi sono sembrati un po’ più scarsini, ma la mia attenzione era ai minimi termini e venerdì sera, permettetemi la citazione scadente, ero tre metri sopra il cielo…

Marte mi ha fatto il famoso discorsetto. Mi ha zittita dopo un secondo che parlavo e mi ha detto di non interromperlo perché ci aveva pensato e perdeva il filo. Nonostante il rimbambimento degli ultimi due giorni, qualcosa ancora mi ricordo. Marte ha un accento fiorentino abbastanza marcato. Non troppo, ma abbastanza. E fa qualche strafalcione quando parla (ma chi non lo fa?) e quando è nervoso finisce per usare un po’ troppe parole colorite, ma visto che non ho tutta la vita e non voglio che il resoconto della serata diventi un intermezzo comico ( visto che è stata una cosa da togliere il fiato, invece), lo racconterò a modo mio e con poche parole. La prima cosa che mi ha detto è stata: “Valentina io ti amo”.
Quante persone al mondo avranno pronunciato queste parole da quando è nato l’uomo? Miliardi di miliardi. Quanti poeti, quanti uomini, quante donne? Un’infinità. Ma non me ne frega niente. Stavo per ribaltarmi dal muretto. Ho trattenuto un grido a stento. Il discorso che è seguito è stato più o meno questo: “ora non mi interrompere perché ci ho pensato e ripensato e non voglio perdere il filo. Io voglio stare con te. Seriamente. Siamo adulti, indipendenti e se vogliamo ce la possiamo fare. Il tuo cazzo di lavoro mi fa schifo. Non lo sopporto, ma fino ad ora l’ho accettato fino a sputare sangue per riuscire a farcela. Non lo sai, ma ho passato giorni di merda a pensarci. Comunque non me ne frega un cazzo, perché anche tu mi hai detto che non è quello che vuoi fare e c’è stato un momento, tempo fa, in cui eri pronta a rinunciarci per me. Non c’entra una cazzo adesso, ma tu lo sai che la metà di quelli che vengono in palestra con me sputerebbero in faccia alla loro donna pur di metterti le mani addosso? Non c’entra un cazzo, ma questa cosa mi rende l’uomo più figo del mondo. Io posso renderti felice, lo so. Proviamoci almeno…”
La dichiarazione più assurda della storia. Soprattutto la storia degli amici della palestra. Ma a ripensarci mi piace da morire.
Quando ha finito, non ho risposto subito perché pensavo avesse fatto solo una pausa. E poi perché ero in stato confusionale.
“Allora che mi dici?”
“Che… ti devo dire?”
“Pensavo fossi tu quella colta ed intelligente dei due…”
“…”
“Vale… ti ho detto che ti amo. Tu mi ami?”
La testa mi girava e avevo un groppo in gola enorme. E più deglutivo più lo sentivo che non scendeva. M’ama non m’ama, m’ama non m’ama…e alla fine l’ho detto… e che cazzo
“Sì ti amo”
Non ho sentito campane né vicine né lontane, ma è stata la prima volta che gliel’ho detto con assoluta cognizione di causa. Ieri, passando la giornata con lui, ho capito che il periodo in cui siamo stati insieme prima è stato una sorta di prova del destino. Che sia andata bene o male non importa. Dovevamo stare insieme, lasciarci, rimetterci insieme, scoparci, desiderarci, “litigarci”, tradirci e poi rilasciarci. Tutto questo per arrivare dove siamo arrivati adesso.
“Fammi respirare perché pensavo mi dicessi di no”
“E se ti avessi detto di no che avresti fatto?”
“Ti avrei mandato affanculo”
Ho sorriso. Forse avrebbe anche fatto bene.

“C’è una cosa però”
“Cosa…? Non mi guardare con quella faccia…”
“Ma niente, solo che dovremmo prenderci un pochino di tempo per organizzare al meglio le tempistiche della cosa. Sono sincera, non me la sento di lasciare casa domani e trasferirmi da te nell’attesa di trovare qualcosa da fare e l’estate non è il periodo migliore per cercare soluzioni in giro, ma da oggi la mia vita cambia, promesso…”
“Ho pensato anche a questo e ho una proposta: vieni a lavorare da me. Possiamo trovare qualcosa da farti fare…”
Mi ha fatto una tenerezza indescrivibile. Lo stavo per baciare in fronte come si fa con i bambini.
“Verrò a lavorare da te quando la vostra azienda avrà davvero bisogno di una figura professionale come la mia. Sono pronta a studiare per questo e a lavorare in questo senso. Se devo imparare qualcosa lo farò. Non voglio entrare come “la ragazza del figlio del capo”.
“Ma non è un problema, sarebbe in attesa di trovare qualcosa di meglio...”
“Fammi finire, ti prego. Lo faccio soprattutto per te. Tu hai delle ambizioni, mi hai raccontato spesso di quanto sia sempre stata dura farsi accettare per le tue capacità e per i tuoi meriti. Farsi rispettare per questo. Di quanto sia ancora dura per te accettare di essere additato come il raccomandato, figlio di papà. Mi hai anche detto che state mandando via gente. Prendere me adesso sarebbe un incubo per te e la tua carriera e, di riflesso, lo sarebbe anche per me e quindi per noi”
“Posso sopravvivere benissimo come ho fatto fino ad ora. Non me ne frega un cazzo di quello che pensano gli altri, pensiamo a noi per una volta!”
“A me dispiacerebbe molto se la situazione per te tornasse quella di prima, dopo i sacrifici che hai fatto.”
“Non me ne frega niente Vale e dai…!”
“Ma a me sì!”
“E quindi qual è la soluzione?”
“Diamoci un po’ di tempo per pensarci…”
“Quanto tempo? Voglio dati precisi, numeri. Non voglio aspettare in eterno…”
“Marte ti ho detto che ti amo. Non aspetteremo in eterno. Diamoci… l’estate, ok? Prendiamoci questi due mesi”
“Okkei… ma non devi più lavorare con altri uomini”
“… va bene…dammi solo il tempo di organizzarmi”
“Promesso?”
“Promesso. E tu mi prometti una cosa?”
“Dimmi”
“Che non ti innamorerai più delle tue ex”
“Vale, io mi sono innamorato solo di una ex: te. Quell’altra è stata una cazzata che non si ripeterà mai più”
“Promesso?”
“Promesso”

E adesso vado che non trova la mia mug che ho cambiato di posto l’altro giorno e ah… da oggi sono “Valentina, ventisei anni, Firenze, ex prostituta”. Buona domenica! 


venerdì 1 giugno 2012

Stravolgimenti

Da quanto non scrivo? Due mesi, tre? Più di tre mi sa.
E' dolce leggere i vostri commenti e le vostre email. Come dico sempre: è come ritrovare vecchi amici. Sul serio.

In realtà un pò di cose sono successe in questi tre mesi. Anzi a cercare un numero sono "solo" tre, ma tre di portata gigantesca.
La prima cosa è che Marte è stato in ospedale quasi un mese e ancora l'occhietto non si è ripreso. Ci vorrà molto tempo perché recuperi veramente la vista da quell'occhio e non è detto che alla fine ci riesca. Ma lui non molla.

Altra cosa è che ha perso il padre. Un periodo nero se vogliamo dirla tutta. Della serie "piove sul bagnato". Le conseguenze profonde di questa perdita sono due: uno stravolgimento dell'anima che nemmeno lui pensava di dover affrontare considerando i non ottimi rapporti tra i due e le responsabilità  lavorative che ne conseguono. L'azienda, le scelte, il lavoro massacrante che sta affrontando. Sto cercando di diventare più di una colonna per lui, più di una compagna, più del più forte dei sostegni...

E in tutto questo udite udite... (mancava la goccia da telenovela argentina anni 80): sono incinta. Entro a giorni nel quinto mese. Aspettiamo un bimbo/bimba per i primi di novembre.

I giorni dell'ospedale, di quel andirivieni senza fine ero già incinta e non lo sapevo. Quando non mi venivano le mestruazioni da un po', precisa come sono sempre stata, ho fatto il test e voila.

Siamo felici, siamo raggianti ovviamente, ma sarebbe stato meglio se questa novità non fosse stata accompagnata da così tante ombre. Ma, fuor di retorica, il tempo guarisce le ferite e risolve i problemi. Un po' come il Mr Wolf di Tarantino ma, speriamo, in modo meno plateale.