mercoledì 6 giugno 2012

Perchè no?

Vale...
Dimmi
Ci sposiamo?
Perchè no?
Okkei allora
Facciamo da me? C'è da aspettare meno e la sala dei matrimoni del Comune è molto bella
Perfetto
Perfetto allora


Lo so non è esattamente una proposta da film machisenefrega. Il mio momento di romanticismo l'ho avuto quando mi ha detto "ti amo" per la prima vera volta. E poi ce ne sono stati molti altri e molti altri ce ne saranno.
Ho sempre visto il matrimonio come qualcosa di poco cerimonioso e di molto concreto. E' un contratto ma anche una promessa tra due persone che, in teoria, decidono di sostenersi e di accompagnarsi per la vita. Credo sia questo che conti, più dei fronzoli e delle proposte in ginocchio sul selciato. Riguardo l'anello già ce l'ho. Ora tocca a lui mettersi il suo :p

ps: ho ritrovato il post che ho scritto dopo quel momento dello scorso anno che mi ha letteralmente cambiato la vita. E' passato meno di un anno ma quante cose sono successe...



26/06/2011

Dunque… dei fuochi ho visto poco e non ricordo niente. Quest’anno mi sono sembrati un po’ più scarsini, ma la mia attenzione era ai minimi termini e venerdì sera, permettetemi la citazione scadente, ero tre metri sopra il cielo…

Marte mi ha fatto il famoso discorsetto. Mi ha zittita dopo un secondo che parlavo e mi ha detto di non interromperlo perché ci aveva pensato e perdeva il filo. Nonostante il rimbambimento degli ultimi due giorni, qualcosa ancora mi ricordo. Marte ha un accento fiorentino abbastanza marcato. Non troppo, ma abbastanza. E fa qualche strafalcione quando parla (ma chi non lo fa?) e quando è nervoso finisce per usare un po’ troppe parole colorite, ma visto che non ho tutta la vita e non voglio che il resoconto della serata diventi un intermezzo comico ( visto che è stata una cosa da togliere il fiato, invece), lo racconterò a modo mio e con poche parole. La prima cosa che mi ha detto è stata: “Valentina io ti amo”.
Quante persone al mondo avranno pronunciato queste parole da quando è nato l’uomo? Miliardi di miliardi. Quanti poeti, quanti uomini, quante donne? Un’infinità. Ma non me ne frega niente. Stavo per ribaltarmi dal muretto. Ho trattenuto un grido a stento. Il discorso che è seguito è stato più o meno questo: “ora non mi interrompere perché ci ho pensato e ripensato e non voglio perdere il filo. Io voglio stare con te. Seriamente. Siamo adulti, indipendenti e se vogliamo ce la possiamo fare. Il tuo cazzo di lavoro mi fa schifo. Non lo sopporto, ma fino ad ora l’ho accettato fino a sputare sangue per riuscire a farcela. Non lo sai, ma ho passato giorni di merda a pensarci. Comunque non me ne frega un cazzo, perché anche tu mi hai detto che non è quello che vuoi fare e c’è stato un momento, tempo fa, in cui eri pronta a rinunciarci per me. Non c’entra una cazzo adesso, ma tu lo sai che la metà di quelli che vengono in palestra con me sputerebbero in faccia alla loro donna pur di metterti le mani addosso? Non c’entra un cazzo, ma questa cosa mi rende l’uomo più figo del mondo. Io posso renderti felice, lo so. Proviamoci almeno…”
La dichiarazione più assurda della storia. Soprattutto la storia degli amici della palestra. Ma a ripensarci mi piace da morire.
Quando ha finito, non ho risposto subito perché pensavo avesse fatto solo una pausa. E poi perché ero in stato confusionale.
“Allora che mi dici?”
“Che… ti devo dire?”
“Pensavo fossi tu quella colta ed intelligente dei due…”
“…”
“Vale… ti ho detto che ti amo. Tu mi ami?”
La testa mi girava e avevo un groppo in gola enorme. E più deglutivo più lo sentivo che non scendeva. M’ama non m’ama, m’ama non m’ama…e alla fine l’ho detto… e che cazzo
“Sì ti amo”
Non ho sentito campane né vicine né lontane, ma è stata la prima volta che gliel’ho detto con assoluta cognizione di causa. Ieri, passando la giornata con lui, ho capito che il periodo in cui siamo stati insieme prima è stato una sorta di prova del destino. Che sia andata bene o male non importa. Dovevamo stare insieme, lasciarci, rimetterci insieme, scoparci, desiderarci, “litigarci”, tradirci e poi rilasciarci. Tutto questo per arrivare dove siamo arrivati adesso.
“Fammi respirare perché pensavo mi dicessi di no”
“E se ti avessi detto di no che avresti fatto?”
“Ti avrei mandato affanculo”
Ho sorriso. Forse avrebbe anche fatto bene.

“C’è una cosa però”
“Cosa…? Non mi guardare con quella faccia…”
“Ma niente, solo che dovremmo prenderci un pochino di tempo per organizzare al meglio le tempistiche della cosa. Sono sincera, non me la sento di lasciare casa domani e trasferirmi da te nell’attesa di trovare qualcosa da fare e l’estate non è il periodo migliore per cercare soluzioni in giro, ma da oggi la mia vita cambia, promesso…”
“Ho pensato anche a questo e ho una proposta: vieni a lavorare da me. Possiamo trovare qualcosa da farti fare…”
Mi ha fatto una tenerezza indescrivibile. Lo stavo per baciare in fronte come si fa con i bambini.
“Verrò a lavorare da te quando la vostra azienda avrà davvero bisogno di una figura professionale come la mia. Sono pronta a studiare per questo e a lavorare in questo senso. Se devo imparare qualcosa lo farò. Non voglio entrare come “la ragazza del figlio del capo”.
“Ma non è un problema, sarebbe in attesa di trovare qualcosa di meglio...”
“Fammi finire, ti prego. Lo faccio soprattutto per te. Tu hai delle ambizioni, mi hai raccontato spesso di quanto sia sempre stata dura farsi accettare per le tue capacità e per i tuoi meriti. Farsi rispettare per questo. Di quanto sia ancora dura per te accettare di essere additato come il raccomandato, figlio di papà. Mi hai anche detto che state mandando via gente. Prendere me adesso sarebbe un incubo per te e la tua carriera e, di riflesso, lo sarebbe anche per me e quindi per noi”
“Posso sopravvivere benissimo come ho fatto fino ad ora. Non me ne frega un cazzo di quello che pensano gli altri, pensiamo a noi per una volta!”
“A me dispiacerebbe molto se la situazione per te tornasse quella di prima, dopo i sacrifici che hai fatto.”
“Non me ne frega niente Vale e dai…!”
“Ma a me sì!”
“E quindi qual è la soluzione?”
“Diamoci un po’ di tempo per pensarci…”
“Quanto tempo? Voglio dati precisi, numeri. Non voglio aspettare in eterno…”
“Marte ti ho detto che ti amo. Non aspetteremo in eterno. Diamoci… l’estate, ok? Prendiamoci questi due mesi”
“Okkei… ma non devi più lavorare con altri uomini”
“… va bene…dammi solo il tempo di organizzarmi”
“Promesso?”
“Promesso. E tu mi prometti una cosa?”
“Dimmi”
“Che non ti innamorerai più delle tue ex”
“Vale, io mi sono innamorato solo di una ex: te. Quell’altra è stata una cazzata che non si ripeterà mai più”
“Promesso?”
“Promesso”

E adesso vado che non trova la mia mug che ho cambiato di posto l’altro giorno e ah… da oggi sono “Valentina, ventisei anni, Firenze, ex prostituta”. Buona domenica! 


venerdì 1 giugno 2012

Stravolgimenti

Da quanto non scrivo? Due mesi, tre? Più di tre mi sa.
E' dolce leggere i vostri commenti e le vostre email. Come dico sempre: è come ritrovare vecchi amici. Sul serio.

In realtà un pò di cose sono successe in questi tre mesi. Anzi a cercare un numero sono "solo" tre, ma tre di portata gigantesca.
La prima cosa è che Marte è stato in ospedale quasi un mese e ancora l'occhietto non si è ripreso. Ci vorrà molto tempo perché recuperi veramente la vista da quell'occhio e non è detto che alla fine ci riesca. Ma lui non molla.

Altra cosa è che ha perso il padre. Un periodo nero se vogliamo dirla tutta. Della serie "piove sul bagnato". Le conseguenze profonde di questa perdita sono due: uno stravolgimento dell'anima che nemmeno lui pensava di dover affrontare considerando i non ottimi rapporti tra i due e le responsabilità  lavorative che ne conseguono. L'azienda, le scelte, il lavoro massacrante che sta affrontando. Sto cercando di diventare più di una colonna per lui, più di una compagna, più del più forte dei sostegni...

E in tutto questo udite udite... (mancava la goccia da telenovela argentina anni 80): sono incinta. Entro a giorni nel quinto mese. Aspettiamo un bimbo/bimba per i primi di novembre.

I giorni dell'ospedale, di quel andirivieni senza fine ero già incinta e non lo sapevo. Quando non mi venivano le mestruazioni da un po', precisa come sono sempre stata, ho fatto il test e voila.

Siamo felici, siamo raggianti ovviamente, ma sarebbe stato meglio se questa novità non fosse stata accompagnata da così tante ombre. Ma, fuor di retorica, il tempo guarisce le ferite e risolve i problemi. Un po' come il Mr Wolf di Tarantino ma, speriamo, in modo meno plateale.


mercoledì 29 febbraio 2012

L'altro

E' in giornate come queste che penso: che bello avere un blog, un angolo tutto mio in cui fare quattro chiacchiere con me stessa e sentire la morbidezza ed il tepore della vicinanza di chi mi legge.
Sono molto stanca stasera. Mi sono fermata cinque minuti dal su e giù di questi giorni e sento che sto per crollare.
Marte è sempre in ospedale perché l'occhio è ancora pieno di sangue e non sanno valutare il danno reale. Potrebbe anche non avere niente per quanto ne sanno. Jasper mi telefona spesso durante il giorno per chiedermi pareri sulle ultime fasi di preparazione dell'evento. Domani arrivano gli ospiti dell'azienda e sembra tutto pronto. Parlando onestamente credo che Jasper se la cavi benissimo anche senza di me. Credo che mi abbia chiamato spesso per farmi sentire partecipe, per farmi capire che in fondo il lavoro è mio. Se è così credo di aver trovato un buon "compagno" di lavoro. Staremo a vedere...
Mi mette molta tristezza pensare che sabato sera dovrò lavorare e gestire la situazione senza la presenza di Marte. Anche se ci fosse stato, il suo ruolo non era comunque quello di stare accanto a me, ma accanto ai suoi colleghi, ma saperlo lì sarebbe stata un'altra cosa. Che sabato sia ancora in ospedale o che sia a casa, comunque mi dispiacerà saperlo solo (o con la madre!) mentre lavoro. Ma c'è poco altro da fare...

Sapete che alla fine il compagno di Jasper non sono riuscita a conoscerlo? La sera dell'aperitivo si è presentato da solo dicendo che il suo ragazzo si era sentito poco bene e che aveva preferito restare a casa. Non che la serata sia andata male, anzi, ma ero così curiosa. E sono ancora curiosa. Che tipo può essere il compagno dell'uomo più serio del mondo? Secondo me Jasper ha il pigiama a forma di vestito da uomo con tanto di giacca e cravatta e al posto delle babbucce usa le scarpe di Ferragamo. Sarà così anche l'altro o sarà invece amante dei vestiti sgargianti e andrà in giro ancheggiando?

lunedì 27 febbraio 2012

Retina

Marte è stato ricoverato oggi per un principio di distacco della retina (indovinate come è successo?). Evito di perdermi in dettagli se no mi incazzo il triplo che anzichè continuare a dare e prendere cazzotti in palestra poteva chiamarmi subito e correre al pronto soccorso e invece no... e l'orgoglio dove lo metti? Lo saprei io dove metterlo...
Jasper mi ha detto che agli ultimi dettagli del lavoro che stiamo portando avanti insieme ci pensa lui e non so se questa sia una cosa buona o cattiva. Dovrei essere io a pensare alle cose e lui a farle. Ma ovviamente non può essere diversamente ora come ora, quindi meno male che c'è lui.
Eleonora (la mamma di Marte) manca poco ci restava secca quando gliel'ho detto. Si è precipitata e, sinceramente, avrei fatto ricoverare volentieri anche lei ma alla neuro. Capisco l'ansia, capisco che in una persona non più giovane e con instabilità emotiva l'ansia aumenti a dismisura, ma non mi rende le cose più facili anzi. Mia madre si è offerta di venire a darmi una mano in casa, ma ho declinato l'offerta. Ci manca pure lei e poi il manicomio è al completo. Ora aspetto Jasper per una riunione volante, poi richiamo Marte per la buonanotte che oggi quando sono andata via manca poco piangevo e un infermiere mi ha detto "ehhhh che sarà mai" e l'avrei voluto massacrare di calci. E poi do un'occhiata alla borsa per vedere se ho messo tutto quello che mi ha chiesto e vado a letto...Sempre ammesso che riesca a chiudere occhio.

domenica 26 febbraio 2012

Piano B

Questa settimana è quella del grande "debutto". E' tutto pronto (o quasi) ma un evento senza incidenti, piccoli o grandi, non esiste al mondo. Questi ultimi giorni serviranno per delineare il piano B e anche il piano C in caso di disastro nucleare concentrato nel raggio di azione del nostro evento. Ho appena prenotato un volo per l'Inghilterra per una quattro giorni di britannica evasione a fine aprile con il mio Pianeta preferito e stasera aperitivo di mezzanotte con Marte, Jasper e il suo uomo per festeggiare il festeggiabile. Notte notte!

giovedì 23 febbraio 2012

Sveglia

Sognare di sedurre l'uomo che desideri (uomo senza volto e senz'anima, ovviamente. Non so voi ma io non sogno quasi mai persone vere), inseguirsi per tutto il sogno, desiderarsi, cercare un angolo nello spazio e nel tempo solo per noi, lontano da tutti. Trovarlo, toccarsi, cercarsi, mettersi in ginocchio, togliergli la cintura, abbassargli la zip e... sentire la sveglia che ti entra violenta nel cervello e ti sbatte senza delicatezza nella vita vera. Proprio in quel momento. 
Non voglio prenderlo come un segnale, ma... vaffanculo. Che giornata cominciata male!

mercoledì 22 febbraio 2012

Fantasie

Marte lavora nello studio e io ho voglia di toccarmi. Sono stanca, ma ho voglia. Sento i capezzoli duri sotto la maglia e gocce di voglia bagnarmi gli slip. Devo farlo. I miei pensieri andranno alle solite situazioni violente, senza regole. Non a Marte. Ne abbiamo parlato e lui sa quali sono le fantasie che mi eccitano quando gioco con me stessa. Lui quando lo fa ha bisogno di immagini, non necessariamente esplicite, anche solo accennate; io ho bisogno di pensare al mio corpo preso con la forza. Non c'è niente di male e ci capiamo. Non siamo gelosi delle fantasie dell'altro.

Grazie

Ieri io e Jasper abbiamo fatto colazione insieme. Mi sono svegliata con un appetito famelico addosso, ma mi sono inflitta l’attesa perché avevo voglia di fare colazione al bar con il mio collega.
Latte bianco super schiumoso, cornetto dolce e cornetto salato. Lui un caffè. L’ho guardato con occhi impietositi dal suo poco appetito mentre lui mi guardava con sguardo allibito per la mia dieta da cucciolo di dinosauro.

Abbiamo finalmente scelto la location per la festa: una delle sale dell’hotel che ospiterà i nostri clienti. Ci voleva la scienza, penserete voi e invece ci abbiamo messo un po’ per deciderci visto che c’erano delle alternative anche più valide ma forse non più comode. L’evento è una piccola cosa, il tempo è quello che è, meglio evitare troppi spostamenti scomodi (e costosi). Dobbiamo ancora valutare attentamente chi si occuperà del catering e scegliere il menu, ma ci penseremo oggi.

Ieri, in compenso, sono andata a trovare Roberto in ufficio, con Jasper al seguito. Doveva essere una visita lampo e Jasper avrebbe dovuto farsi i cazzetti suoi in attesa della sottoscritta, ma non è stato né l’uno né l’altro.

Roberto ci ha raggiunti nella hall e poi ci ha invitati al bar per il brunch che considerando la mia impazienza e la poca voglia di parlare di cose così private davanti ad un estraneo (si siamo colleghi, ci troviamo bene però…) è stato decisamente più veloce e meno abbondante della colazione.

Gli ho detto che sono passata per sapere come stava e che io ci sono se ha bisogno. E’ bastato questo per fargli arrivare il messaggio e abbiamo cambiato discorso. Gli ho presentato Jasper, l’ho aggiornato sull’evento a cui stiamo lavorando e aggiunto un paio di parole in più per non affossare la conversazione dopo due minuti. Appena andati via Jasper ha cominciato ad assumere l’espressione da “mumble mumble” e poi mi fa “io lui l’ho già visto da qualche parte ma non mi ricordo dove”. L’avrai incontrato per lavoro, ho risposto. Cioè ci sta, non è che siamo a New York. “No, non ne sono sicuro, ma mi pare proprio di no”. Va beh dai, chi se ne importa, ti verrà in mente. Ma non mi sembrava convinto. Ora non farti venire l’ossessione, ti verrà in mente e anche se non dovesse venirti in mente pazienza. Sì hai ragione, male che vada glielo chiedo la prossima volta che lo incontro. Mica è detto che ci sia una prossima volta, dico io. Chi può dirlo?….dice lui.
E chiudiamo lì il discorso. Il tempo di fare cinque metri e ricevo un sms da Roberto: “grazie”. Spero di non dovermene pentire.

giovedì 16 febbraio 2012

Chi fa cosa?

Ieri sera sono andata in palestra. La stessa nei cui meandri si allena il mio uomo, la stessa i cui muri sono impregnati del nostro sudore scopereccio ai tempi in cui ci consideravamo ancora dei giocattoli sessuali senz’anima, la stessa la cui titolare è una donna dalle origini misteriose e dalla vita altrettanto torbida e misteriosa accompagnata da un piccolo esercito di transessuali palestrati e la stessa in cui evidentemente non è difficile beccare gente impegnata in complessi esercizi pomperecci serali come se masticare cazzi in palestra fosse ormai diventata una moda e non una pratica esclusiva mia e del mio uomo ai vecchi tempi (e qualche volta pure ai nuovi tempi, lo confesso).

Dunque… non so se sono l’unica ad averlo notato ma il mondo gira intorno al sesso (e grazie a Dio se no di cosa avrei vissuto fino ad ora?). Da quando uomini e donne entrano in età puberale, il pensiero casca sempre lì. Topa, topa, topa. Cazzo, cazzo, uccello, cazzo (sì anche le donne ci pensano, solo che facciamo finta di riflettere sempre sui massimi sistemi o sul ricciolo ribelle rimasto fuori dalla messa in piega). Tutti gli esseri umani puntano alla ricerca del compagno/a della vita, passando tra una sega e l’altra per i più sfigati e una scopata e l’altra per quelli che si sanno vendere meglio. 

Certi luoghi poi nascono per far incontrare due o più persone interessate ai rispettivi liquidi umorali. Case di appuntamenti? Discoteche? Internet? Anche… Ma in cima a tutto questo ci sono loro, le palestre. Non stiamo parlando di luoghi adibiti ad un unico sport praticato con finalità agonistiche. Stiamo parlando di sale adibite al movimento fine a se stesso, ai saltelli distruggi adipe, alle sfilate di leggings e pantaloncini ultra attillati che non ti lasciano più neanche lo spazio per pensare a cosa possa esserci sotto, tanto è evidente. 

La mia palestra è aperta 24 al giorno. Quando ero… quando scopavo per vivere, ci andavo in orari stranissimi, in base a quello che mi andava di fare. Ora ci vado la sera, come tutte le persone che possono vantare orari di vita normali. Non pensavo di assistere ad un pompino sonoro in diretta alle 9 di sera lo ammetto. E poi mi chiedo: ma la scritta “spogliatoio donne” non vuol dire niente? Che ci faceva un essere umano munito di muscolo allungabile nei bagni dei nostri spogliatoi?  E le esigenze degli altri non contano? Si sentiva il rumore della saliva che si trascinava sul pene. I risucchi di lei e i gemiti mal celati di lui che faceva tipo “ah ah ah ah” quando lei succhiava e poi “aspetta aspettaaa” e lei ancora a succhiare. Sono rimasta bloccata per mezzo minuto. Cercando di capire:

  1. da dove venisse esattamente il rumore
  2. se il rumore che sentivo era veramente quello che sembrava
  3. che cazzo fare
Dopo aver confermato i punti 1 e 2 mi sono concessa due secondi per pensare a cosa fare. Le scelte erano tra:

  • stare lì ferma e continuare a farmi i cazzi miei
  • sedermi, abbassarmi le mutande e masturbarmi anch’io con il sottofondo musicale
  • aprire la porta del bagno e unirmi alla festa
  • chiamare Marte nei bassifondi e chiedere a lui una consulenza ma tra andare e tornare credo che mi sarei persa lo spettacolo e avrei beccato lei a lavarsi i denti con qualcosa di bianco/trasparente e appiccicaticcio
  • uscire dalla porta e aspettare 
Devo confessarlo. Nonostante la mia stupenda vita di coppia, non mi sono ancora rinchiusa nel convento delle suore Brigidine e la mia Pachamama ha cominciato a sentire un non so che di bagnato e di invitante “Valeeee ti aspetto, vieni toccami”. I capezzoli hanno seguito a ruota l’ordine dei piani bassi e sono diventati duri come ditali. 

Ma mi sono coraggiosamente ripresa e ho pensato “beh se non posso divertirmi io non vedo perché debbano farlo questi due stronzi”. E sono uscita e rientrata rumorosamente. E mi sono fermata per sentire la reazione. I due si sono fermati, silenzio imbarazzato, strano parlottio sommesso e poi fruscii vari nel tentativo di apparire normali. 

E non sono usciti. Aspettavano che andassi via, lo so, ma… non potevo andare via senza prima vederli e togliermi la soddisfazione di guardarli con quello sguardo accusatorio tipo “ragazzacci! Non si fanno queste cose in un luogo pubblico in mezzo a gente per bene”. Evitando di ricordare che la mia palestra è notoriamente frequentata da cocainomani e papponi. Gente per bene, appunto.

E quindi aspetto, aspetto, aspetto. Fino a che la chiave del bagno gira e la porta si apre piaaaano piano. Aspetto tipo duello di film western. Mi sembra di sentire la musichina dell’orologio di Sergio Leone in sottofondo. 

Si materializza una stangona dai capelli corvini (un trans) e un ometto/ragazzetto appena uscito dalla fabbrica della Nike. Lei molto tranquilla si sistema i capelli e mi sorride e lui fa finta di non aver preso in considerazione l'idea del suicidio e si dilegua. 

La domanda è: chi è che succhiava e chi veniva succhiato?

mercoledì 15 febbraio 2012

Fiducia


Ieri ho passato un pomeriggio del cazzo. Avrei passato anche una serata del cazzo se Marte non mi avesse preso letteralmente in braccio e coccolata come solo lui sa fare. Senza chiedere niente se non “come va?”. Fino a circa un anno fa, cioè fino a quando ero cretina, questo suo non chiedere, questo suo parlare poco di sé e di noi, mi dava quasi fastidio. A volte pensavo che non gliene fregasse niente. Adesso è una cosa che ho imparato a capire ed apprezzare.

Non so se capita solo a me, ma quando sono giù di morale sento freddo. Fa oggettivamente freddo in questi giorni, ma quando te lo senti scivolare nelle vene tipo morfina e cominci a cercare un divano ed una coperta che non ti da comunque sollievo, è evidente che c'è qualcosa.
Mi sentivo male per lui, per Roberto. Per il mio amico. 

Ha sempre cercato il mio calore, lo so, ma non lo ha mai fatto contro la mia volontà in passato. Mi si è materializzato accanto con quella signorilità che solo un uomo con un grande senso del dovere ha. Mi è stato accanto quando mi sentivo sola, senza chiedere niente. Mi ha aiutato a trovare lavoro quando non ce l'avevo, mi ha fatto sentire il suo sostegno sempre anche quando ero una deficiente confusa e senza obiettivi nella vita.

E non mi ha mai fatto una proposta concreta. E di questo lo ringrazio nel fondo del mio animo. Perché avrei accettato, in determinati momenti della mia vita. E avrei sofferto come un cane perché lui è fatto così e mi avrebbe tradita e lasciata sola come sta facendo con la moglie.

Ma la cosa che mi ha commosso di più ieri è stata quello che mi ha detto Marte, il compagno della mia vita. Mi ha ascoltato mentre gli spiegavo che non so cosa fare adesso che Roberto non sta bene, che non so cosa sia giusto fare più che per me per lui e per Marte. Mi ha chiesto come l'ho visto negli ultimi tempi (roberto intendeva), mi ha chiesto come mi è parso fisicamente e psicologicamente. Gli ho detto che mi è sembrato uno straccio, preoccupato per qualcosa, poco presente con la mente, ma che sinceramente ho sempre pensato si trattasse di un problema con la moglie. Mi ha detto che se lui fosse in me non sbatterebbe la porta in faccia ad una persona che non sta bene e che mi cerca. Gli ho fatto capire che potrebbe cercarmi solo per quel motivo anche se non si capisce perché proprio adesso, ma sinceramente quando ci si sente soli non è raro cercare le persone con cui sei stato bene in passato. 

Mi ha chiesto se mi fido di lui e gli ho detto di sì. Nonostante il legame poco definito che abbiamo sempre avuto, mi ha sempre rispettato profondamente. La cosa che mi spaventa non è il fatto che aiutandolo possa dover passare le giornate a rifiutare i suoi abbracci. La cosa che mi spaventa è non riuscire ad aiutarlo senza impazzire. Stare accanto ad una persona che sta male non è da tutti. L’affetto spesso non basta. Io non sono la sua vita, lui non ha scelto me e io non ho scelto lui. Ma lui non si è costruito una rete di affetti tale da sorreggerlo adesso che ne ha bisogno e non è colpa sua, è fatto così. E in questo preciso istante ha bisogno di me. 

E Marte mi ha detto di non fargli mancare il mio aiuto, che si fida di me. E so perché lo ha fatto. Perché pensa a sua madre. A quanto è debole e fuori dal mondo e a quanto sarebbe sola se non ci fosse il figlio a farle sentire che è ancora amata. La depressione, quella vera, mi spaventa terribilmente. Ma mi spaventa di più il rimorso di aver avuto l’occasione di aiutare un amico e non averlo fatto.

martedì 14 febbraio 2012

Buon S. Valentino, Valentina.

 ...Quando penso al mio futuro vedo le sue braccia attorno a me e la sua pelle da respirare a fondo. Non mi vedo più sola, felice solo se libera dai legami come mi succedeva prima. Prima mi declinavo solo al singolare adesso “io” non lo vedo più. Non credo sia una cosa che puoi scegliere. Prima amavo con passione ma quando facevo l'amore e chiudevo gli occhi vedevo il buio e sentivo il silenzio. Ora tengo gli occhi aperti e sento il suo ansimare ritmico e così musicale. Lo guardo, lo vedo, lo voglio vedere mentre mi guarda. Non vedo una fine, neanche una fine lontana e... a volte penso che se mi tradisse, vomiterei l'anima e mi strapperei i capelli ma vorrei perdonarlo.

Io non riesco a vedere il futuro. Io devo vivere alla giornata se no impazzisco. E quando mi sento solo non trovo un cazzo di appiglio che possa aiutarmi.

Non sei innamorato

No non sono innamorato, non è una novità

Sì ma questa cosa ora ti pesa

Non è la prima volta che mi pesa. Ci sono stati molti momenti nella mia vita in cui ho sentito il peso di non riuscire ad amare ma ne sono sempre uscito e ne uscirò anche stavolta. Non sono un ragazzino.

Questa cosa del ragazzino… la ripeti di continuo come un mantra. Ma è te che vuoi convincere?

……..

Il lavoro come va?

bene. Monotono ma bene.

Vedrai che passerà. Hai qualcuno di speciale con cui parlare?

A parte te?

Sì, cioè no... intendevo con cui parlare nel senso con cui stare insieme

Con cui scopare?

Sì anche


(sì...) ….

che c'è?

Niente

ti da fastidio?

Cosa?

Che c'è una con cui scopo

No mi stupisce che sia una sola (cazzo)

che stronza

scusa

..

e non stai bene con lei?

Certo che sto bene, quando scopiamo. Ma non è questo il punto.

……..

Sono in cura da uno psicoterapeuta.

Da uno psicoterapeuta? … ma è il caso?

Più si va avanti peggio è.

Ma per cosa?

Per la depressione

… non sei depresso

Lo pensavo anch'io

Tua moglie che dice?

Me l'ha consigliato lei. Insieme ad un cazzo di periodo di riposo che non ho intenzione di prendermi. Senza lavoro sono morto...

E invece forse

Col cazzo. Un periodo di riposo dove? A casa? In vacanza? Che palle…

Robi devo andare ora, sto lavorando e mi chiamano.

Stai lavorando... come ti va il lavoro?

Diciamo bene. Lavoro con un collega.

Ci ha già provato?

Robi…è gay.

Bravo Marte, così è tranquillo

Ma che cazzo... Roberto... ti richiamo presto dai....

Vale

eh?

Se te l'avessi chiesto io per primo...

ancora con questa storia? Me lo dicevi sempre anche tu che con i “se” si va da poche parti

Sì ma se….

Ma se che ne so? Ora come ora ti dico di no, che non sarebbe cambiato niente, ma prima non lo so. Forse, forse all’inizio sì e poi mi sarei pentita…

Perché pentita?

Robi stiamo parlando di cose mai successe, che ne so io! Pentita perché ti scopi un’altra e te la saresti scopata pure se stavi con me

No

… lo sappiamo tutti e due come sei fatto. Il giorno che ti sei sposato mi hai detto che farsi l'amante era già nei tuoi progetti.

Pensavo a te. 

Ma vaf… ti ho mai detto che avrei fatto l’amante? Abbiamo chiuso quando mi hai detto che ti eri fidanzato. Tu pensavi già a scoparti le altre e non me.

In un matrimonio come il mio è normale.

Col cazzo. Sarebbe stato lo stesso con me. Che cambiava? L’età? Che sono più giovane di tua moglie? La quotidianità ti avrebbe ucciso lo stesso come sta facendo adesso…

E’ diverso.

Lo è ora perché non condividiamo lo stesso letto.

Lo è perché le basi sono diverse.
 
Devo andare…

Ne riparliamo?

No, non lo so. E’ inutile parlarne, adesso devi pensare a stare bene tu. Non appigliarti al passato solo perché ti ha lasciato dei bei ricordi, pensa a star bene adesso. 

Vale…

Hai capito? 

Vale… mi stai lasciando solo?

No... non lo so. Cosa vuoi tu da me? Non lo sai nemmeno tu, non sei lucido adesso. Se fossi lucido non mi avresti neanche chiesto una cosa simile. Ti senti solo e pensi a me. Cosa vuoi? Non possiamo essere amici a quanto vedo, collaboriamo professionalmente a fatica senza mettere in mezzo il personale, non possiamo essere amanti…

Perché no?

Perché amo un altro cazzo!

Ho buttato giù così e me ne sono pentita dopo due secondi. Anche perché Jasper faceva finta di non aver sentito niente ma aveva gli occhi troppo vitrei, troppo fermi, per essere quelli di una persona rilassata. Ho richiamato, ma il telefono è spento. Ora sono a casa e ho bisogno di cioccolata. Ah... buon S. Valentino, Valentina. 

lunedì 13 febbraio 2012

Un brindisi

Stanotte ho fatto le ore piccole per guardare il Millennium di Fincher. Al di là della Lisbeth un pochino più "morbida", devo dire che mi è piaciuto. Ma in ogni caso non sta a me farne la recensione. Voglio solo dedicare un piccolo spazio ai "nostri" Lisbeth e Mikael in entrambe le versioni. E brindare agli amori diversi, quelli dai confini indefiniti, assolutamente non classificabili ma potenti come l'amore dei poeti, quello con la A maiuscola.


domenica 12 febbraio 2012

Una cosa a tre

“Mi hai graffiato prima, mi brucia…”
“Mi spiace piccola… forse se cominciassimo a prendere in considerazione qualche preliminare si eviterebbero certi graffi…”
“Lo sai che i preliminari me la fanno passare la voglia anziché farmela venire…”
“Ma giusto due secondi, il tempo di bagnarsi un po’. Il tempo di farmi mettere la lingua dentro…”
“I due secondi sufficienti a farmi passare la voglia…”
“Esagerata…”
“….”
“….”
“Amore?”
“mmm”
“come si chiama il tuo collega, quello pelato?”
“… mmm…Francesco?”
“…Francesco è quello magro?”
“sssi è magro”
“no io dico quello grosso, che venerdì aveva quella giacchetta ridicola”
“ah il Bonucci. Gianfranco…”
“sì mi pare…”
“è per forza lui. Mette giacchette ridicole da quando lo conosco”
“allora sì…”
“perché me lo chiedi?”
“perché mi ha chiesto se ho un paio di amiche lesbiche. Mi ha detto che tu gli hai detto che ho un paio di amiche lesbiche”
“No, allora io non sono andato da lui a dirgli che hai due amiche lesbiche. Mi ha chiesto se conoscevo una ragazza lesbica e gli ho detto che tu hai un’amica lesbica, punto.”
“E’ normale che ti faccia certe domande?”
“Quando è ubriaco sì e quindi sì, alle cene è sempre normale e non solo lui. Anni fa quando lavoravo in azienda, prima che me ne andassi, siamo andati ad una cena a Pisa da due colleghi e si è messo a fare il limbo senza pantaloni”
“Mi ha fatto schifo il suo interesse per Giada”
“Ma che gliene frega a lui di Giada! Lui ti ha chiesto se hai due amiche lesbiche che gliene frega di come si chiamano”
“Ma a me frega invece. Mi ha chiesto se conoscevo due lesbiche disposte a fare una cosa a tre”
“Coglione…”
“Gli ho chiesto per quale cazzo di motivo due lesbiche avrebbero dovuto provare piacere a scoparsi un uomo e mi ha detto che poteva essere una cosa carina…”
“è un coglione, non farci caso”
“Anche tu pensi che due lesbiche potrebbero essere interessate ad una cosa a tre?”
“Mi chiamo Gianfranco Bonucci?”
“Non hai mai avuto questa fantasia?”
“Di farmi due lesbiche?”
“Sì”
“No. Di farmi due donne sì però, pure tre”

Non capisco perché gli uomini pensino che due lesbiche vere debbano provare piacere a fare sesso con un uomo. Capisco che sia una fantasia estremamente di moda da circa 5800 anni, ma la cosa che non capisco è perché fantasticare su due lesbiche e non su due etero che giocano, per esempio o due bisex. Sarebbe più credibile, più reale. Riflettendoci credo che un uomo pensi che il sesso tra due lesbiche sia vero sesso tra donne e quindi più eccitante anche per l’uomo che si trova a fare da testimone. Ma una donna lesbica non ha interesse per un uomo. Potrebbe anche decidere di fare sesso con la sua donna davanti ad un uomo e, ad esagerare, fare sesso anche con l’uomo in questione ma sarebbe una cosa finta, senza passione, pure disgustosa a volte. E’ come se un uomo gay chiedesse ad una coppia etero di fare sesso davanti a lui e all’uomo della coppia di sganciarsi dalla partner per fargli un pompino o farsi penetrare. Perché l’uomo etero dovrebbe provare piacere a farlo? Ad andar bene lo farebbe per finta, con grande sforzo. E questo sforzo dovrebbe eccitare l’uomo che riceve il pompino?  

sabato 11 febbraio 2012

Una botta e via


Ieri sera siamo stati a cena con i colleghi di Marte. L’ho sentito sinceramente come un dovere. Che uno dei responsabili non si presenti alle cena senza una scusa più "vera" possibile non è carino. Dal punto di vista relazionale è una cosa che non fa bene alla carriera. Da solo non sarebbe andato (forse) e quindi sono andata anch’io valutando tutta una serie di situazioni alternative a cui pensare invece che ascoltare le loro chiacchiere da ufficio. Tanto mi fanno sempre le stesse domande: come stai, come va il lavoro (come se non lo sapessero), tutto bene a casa, dove andate in vacanza quest’anno. E poi c’è sempre l’amica della ex di Marte che mi parla di lei appena mi trova disimpegnata da qualsiasi altra conversazione. E me ne parla per farmi pesare il fatto che la sua amica non lavora più lì per colpa mia. Io non commento mai anche perché Marte non mi ha mai spiegato bene i dettagli della cosa, ma certo se ha lasciato il lavoro lì non è per andare a battere sulle strade. Comincio a pensare che la cosa dia più fastidio alla sua amica che a lei personalmente. O almeno credo. 

Una cosa non sopporto di certe occasioni, diciamo, istituzionali: i lecchini, gli adulatori professionisti che si aggirano per il locale e si siedono nei posti strategicamente migliori. Purtroppo fra i posti strategicamente migliori c’è quello vicino a Marte e quello vicino a suo padre e quindi come la si voglia vedere me li ritrovo sempre vicini. Annuiscono sempre, pure se gli dici che sono degli idioti e non si sbilanciano mai nelle opinioni che se da una parte può essere normale per chi pensa ad una carriera dall’altra l’esagerazione stomaca. 
C’era anche Emanuele che sembra partecipare a queste cene sempre molto stoicamente. Viene per il padre e fino a quando qualcuno si ricorderà ancora di lui verrà (parole sue), poi smetterà di farlo e magari penserà alle cene fra i suoi di colleghi. A fine serata l’ho preso da una parte e gli ho chiesto come sta. Mi dice abbastanza bene, che si è deciso a non riprendere la strada della seconda specializzazione e rimanere medico “sul territorio”. Gli piace, ha un bel rapporto con i pazienti e non ha voglia di farsi venire le ulcere a star dietro ai professori e poi “ho voglia di stabilità, di uno stipendio e non voglio trascinarmi con un’altra specializzazione all’infinito”. Stabilità. La stessa parola che ha usato Aradia. Mi è suonato il campanello all’istante quando l’ha pronunciata e gli ho chiesto se Aradia sa di questa scelta. Mi ha detto di sì. 

“Lo stai facendo per lei?”
“Cosa?”
“Di rinunciare ad un’altra specializzazione per il posto sicuro adesso”
“No, no, lo sto facendo per me. Dovevo prenderla prima ora non ne ho più voglia e quando hai i soldi in tasca a fine mese ti passa del tutto, la voglia”
“Sicuro?”
“Sicurissimo. E comunque posto fisso o meno Aradia non lo lascia lui quindi inutile fare le cose in prospettiva”.
“capito. Non dico altro perché non so le cose fino in fondo, ma fino a che a voi va bene così”
“A lei non lo so, ma a me non va bene così o almeno non per sempre. Lei mi piace, ma si deve decidere”
“L’hai chiesta a lei questa cosa?”
“Sì ma te l’ho detto non mi sembra intenzionata”
“Dalle tempo”
“mah…”
“ti sei pentito?”
“di cosa? Di averci provato e di esserci riuscito?”
“Eh”
“No assolutamente. Si può dire che neanche ci ho provato, è successo e basta. Solo che non mi va di trascinarla all’infinito. Lei sa come la penso non è che non gliel’ho mai detto. Non posso costringerla e non voglio perdere la testa dietro ai suoi casini, mi dispiace, sembra brutto da dire ma non ho quindici anni, cioè, voglio pensare al mio lavoro e stare tranquillo. Capirei fossero scopate senza impegno (ha detto proprio “scopate”? Il carino, magrino, delicatino, dolcino Emanuele dalle belle mani e dagli occhi languidi ha detto proprio “scopate”?) ma non lo sono e trascinarla così mi confonde, mi deconcentra. Mi piace ma se non mi vuole lasciamo perdere, penso che anche lei sia d’accordo no?”
“Lei mi sembra molto confusa, ma capisco quello che vuoi dire”  
“Dai Vale… confusa… a vent’anni sei confusa. A trenta, con un lavoro ed un compagno si presuppone che tu sappia quello che vuoi in un senso o in un altro. Se vuole lui me lo dica e amici come prima, se vuole me eccomi qui, ma aspettarla in eterno proprio no e dai…”
“Certo è giusto. Ma … posso chiederti cosa ti aspettavi da voi due quando avete cominciato a frequentarvi? Cioè lo sapevi che è impegnata”
“Pensavo fosse una cosa passeggera a dire il vero, una specie di botta e via…”
“Non ti facevo tipo da botta e via”
“Non esiste un uomo che non possa potenzialmente essere da botta e via”
“Ci vedevo Marte più tipo da botta via”
“Marte non è mai stato veramente tipo da botta e via. E infatti adesso convivete. Una botta piuttosto lunga ed impegnativa vedo…Il divano nuovo l’avete preso per rendere più comoda la botta e via?”
“ma dai…”
“Comunque dai, vedrai che in qualche modo ne usciamo. Per ora reggo, quando mi stufo basta e voltiamo pagina”
“Ok. Se hai bisogno di un consiglio…”
“Non vengo da te ma vado dal tuo uomo così mi faccio insegnare come far durare a lungo “una botta e via”…sperando che non mi consigli il Viagra”
“scemo”. 

Sorriso, occhiolino e salutino a tirare su il mento.  E in quel momento non so perché mi sono venute in mente le scuse di Jasper e gli occhi di Massimo da bambino.

giovedì 9 febbraio 2012

Scusa

Stasera sono proprio stanca. Ho lavorato fino a tardi e nonostante l'eccitazione per i risultati raggiunti, la stanchezza mi è davvero entrata nelle vene. Ma mi va di raccontarvi una cosa prima di crollare…

Oggi pomeriggio è venuto Jasper per una riunione. Doveva restare un paio d'ore ed è rimasto fino a dopo cena. Verso le otto vado in cucina a preparare una sorta di apericena + prosecco e vino a volontà (che ovviamente quando si deve rimanere concentrati è ottimo no?) e ci mettiamo a mangiucchiare e a bere mentre riassumiamo le cose fatte e quelle da fare. L'hotel l'abbiamo scelto e va solo prenotato, lo conosciamo bene entrambi e ci da piena fiducia. E' relativamente vicino all'azienda, ha un sacco di stelle e stelline e non lesinano nei servizi extra. Per la festa di fine lavori ci sono tre posti papabili, ma dobbiamo fare il sopralluogo a tutti e tre quindi ci prendiamo ancora qualche giorno. Massimo lunedì dobbiamo scegliere.

Verso le nove, in pieno delirio da vino e febbrile lavoro (anche se il delirio era solo mio visto che Jasper credo sia la persona più seria che abbia mai conosciuto), sento Marte che rientra dalla palestra. Entra in casa, appoggia la borsa nell'ingresso e viene verso la sala. Ovviamente gli ho parlato di Jasper e sapeva che ci saremmo visti oggi e che ci vedremo spesso nelle prossime settimane. E Jasper sa che convivo quindi tutto ok. Marte entra, Jasper fa per alzarsi e salutare, Marte gli fa cenno di stare comodo e si danno la mano Marte mezzo piegato in giù e Jasper mezzo alzato in su. Marte regala la sua solita stretta stritolatrice che ormai temo gli venga spontanea pure con la vecchietta col Parkinson del quarto piano, mi bacia, prende al volo un tramezzino e se ne va in cucina per lasciarci in pace. Jasper scuote la mano molto professionalmente e si presenta con nome e cognome tipo colloquio di lavoro e fa per risedersi. 
E... ed è lì che succede. E' lì che ho visto questa cosa che mi ha lasciato a metà tra il divertita e lo stupita. Perché non me l'aspettavo. Mentre si risedeva, Jasper ha spostato l'occhio verso Marte, anzi credo di poter dire che l'abbia spostato verso i pettorali del mio uomo e si è soffermato almeno cinque interminabili secondi prima di rimettersi seduto. Non ho resistito e mi è uscita una risatina soffocata. Lui mi guarda e mi chiede che c'è. Dico “niente”. Lui insiste in modo un po' troppo pressante per essere una situazione normale. Ha capito che ho capito. Gli spiego che mi è sembrato buffo che guardasse Marte in quel modo. In che modo? In quel modo lì, gli rispondo, dai non fare il finto tonto. Rimane in silenzio. Gli spiego che non c'è niente di male, che capita a tutti di soffermarsi un attimo su una persona che magari lì per lì ci ha colpito. Diventa subito serio e mi chiede scusa. Scusa? Ma scusa di che? Non c'è la fucilazione per chi guarda i compagni altrui anche perché credo che Jasper non sia l'unico ad esserci inciampato. Marte gli sguardi li attira comunque. Mi richiede scusa molto seriamente, senza fare scene, mi dice che non l'ha fatto apposta (ah no?). Gli rispondo che mi da fastidio che lui mi chieda scusa come se avesse qualche terribile colpa da espiare. Pensare non è peccato. Guardare non è peccato.

Gli chiedo se posso fargli una domanda personale e mi dice “non lo so”. Gliela faccio lo stesso. Gli chiedo che tipo di rapporto ha con il suo compagno. Mi chiede “in che senso?”, “nel senso se hai un compagno molto geloso, se in questo momento stai chiedendo scusa a me o a lui o a te stesso”. Inspira come per prepararsi alla rivelazione del secolo e poi non dice niente. Si sistema mille volte sulla poltrona, poi ci ripensa e si alza e dice che è l'ora di andare. Niente in contrario ma gli dico che mi dispiace che vada via per la mia domanda, non volevo offenderlo. “Non mi hai offeso ma è tardi e siamo stanchi meglio se finiamo qui la riunione e ci vediamo domani”. Perfetto. Sicuro che vada tutto bene? Sicuro. Ok allora. Prende cappotto, sciarpa e cappello e prima di andare via saluta Marte che intanto si è riaffacciato sulla sala. Jasper è palesemente imbarazzato e non regge lo sguardo di Marte e abbassa la testa. Marte mi guarda e mi fa la faccia di chi chiede “che cazzo succede?”. Scuoto la testa a dire “niente niente” e accompagno Jasper alla porta.

Rientro in sala un po’ pensierosa e Marte mi fa: te l’avevo detto che domani c’è la cena con i colleghi?
“Ma, veramente no”.
“Okkei, domani c’è la cena con i colleghi, da solo non vado”
“Cazzo”

mercoledì 8 febbraio 2012

Jasper

Un paio di giorni fa ho chiamato una collega, che è anzi molto più di una collega visto che fa il mio lavoro da più tempo e ha coordinato l'evento organizzato all'albergo di Roberto in cui sono stata inserita per puro miracolo. E' una donna molto in gamba e io adoro rimanere in contatto con donne molto in gamba. Donne con le palle, per intenderci. Non è lesbica (almeno credo), non è brutta, non è stupida, ma ha le palle troppo grosse per riuscire a stare insieme agli invertebrati che gli sono capitati a tiro in questi anni. La sera finale dell'evento, dopo che quasi tutti erano andati via, ci siamo sdraiate sulle poltrone, ci siamo tolte le scarpe e abbiamo chiacchierato come si fa tra sconosciute al bar. Sorseggiando vino e dicendo tutto (o quasi) quello che ti passa per la mente. Anche queste piccole cose sono come una scintilla d'amore, come un momento di simbiosi non programmato il cui dolce sapore ti resta in bocca per tanto tempo. Nonostante la grande forza di volontà e l'amore incondizionato per il suo lavoro, si vede che vorrebbe un compagno all'altezza. Uno che sia uomo davvero, di nome e di fatto non uno di quegli imbecilli attirati dalle donne forti che poi si lamentano se la suddetta donna lavora anche il weekend e a cui piace intrattenere conversazioni intelligenti con altri uomini che finiscono per corteggiarla.

Comunque, tornando a noi... l'ho chiamata perchè per questo lavoro ho bisogno di una spalla, una persona su cui poter fare totale affidamento, che conosca il mestiere, che sia sveglia e pronta e che sappia che in questo momento della mia nuova carriera non posso fare promesse a lungo termine. Una persona che prenda quello che posso darle, con cui lavorare bene. Mi ha fatto il nome di un suo amico/collega non proprio agli inizii ma quasi. Molto intelligente, pieno di entusiasmo e carico di quella furbizia che in certi ambienti non stona mai. 

Stamani ci siamo incontrati qui da me. Si chiama ... Jasper. Non me l'ha detto ma... dai... si chiamerà Gaspare visto che è fiorentino doc di schiatta fiorentina. Ma chi sono io per contestare la sua voglia di cambiar nome? E vada per Jasper. Ed è gay. Ed è figo. La sua gaiezza è assolutamente uno stato interiore non un modo di apparire e se non mi avesse parlato del suo compagno non l'avrei neanche potuto assicurare con assoluta certezza. E' uomo nel senso mio di uomo. Sicuro di sè, provvisto di uno sguardo affilato che non lesina a regalare quando ti parla e trasuda testosterone da tutte le parti. Mi ha messo a disagio all'inizio devo essere sincera. Come mi succedeva all'inizio con Filippo, l'amante/compagno di Paolo (chi non mi leggeva su splinder non saprà nemmeno di cosa sto parlando ma ora non ho voglia di ricordare). Solo che Filippo odorava oggettivamente di donna, Jasper proprio no. Dio Santo che cosa strana. Che strana sensazione.
Per farla breve ci siamo piaciuti e lavoreremo insieme. Io coordino e lui mi fa da spalla/tuttofare. E guai a lui se cerca di scavalcarmi, se prende decisioni senza avvisarmi o se tenta di fregarmi il cliente (che anche se è mio suocero non ci mette niente a farsi fregare se trova uno che fa lo stesso lavoro a meno). Abbiamo parlato del lavoro che ci aspetta, delle fasi da affrontare prima e di quelle da affrontare dopo, del personale da allertare, delle locations che ci serviranno eccetera eccetera. Oggi sistemo casa, metto a posto l'ufficio, preparo il materiale che ci serve e pianifico le riunioni organizzative e domani, tosse o meno, si ricomincia ad ubriacarci di lavoro.

ps: ho visto solo oggi la classifica dei Macchianera Blog Awards 2011. Mi sono quindi resa conto solo oggi di essere arrivata seconda nella mia categoria a meno di venti punti dalla prima. Io sono rimasta basita. Non lo sapevo, avevo perso il filo, con tutte le cose da fare non avevo più seguito la cosa nonostante lo reputi un riconoscimento molto gradevole. Che dire grazie...3259 persone hanno votato per il mio blog. Si sono messe lì a votare, tra gli altri, anche per me. Sono sinceramente colpita e commossa. Grazie...

martedì 7 febbraio 2012

La fine

"Te lo metti un po' in bocca?"

"e poi lo posso anche masticare?"

"scemina"

"beh detto così sembra che tu mi abbia appena offerto una gomma"

"preferivi: mi fai un pompino?"

"eh per esempio"

"ma non voglio che mi fai un pompino"

"ah no? E allora mi stai offrendo davvero una gomma?"

"No mi va che te lo metti un po' in bocca e poi me lo ciucci un po'"

"Un pompino...."

"No non ho voglia di venire..."

"ah no e perchè?"

"perchè sono stanco morto e se vengo poi mi addormento"

"così di botto come un infartuato?"

"tu ci scherzi... sono distrutto, se tiro fuori più di una goccia crollo di botto"

"e anche se crolli? Ti aiuto io a metterti a letto..."

"e poi non vedo la fine della fiction...."

"cosa?? Come riusciamo a passare da scopate alla sfondami il culo a non farmi venire che poi mi perdo la fine della fiction?"

"beh bilanciamo il tutto. Se facessimo sempre a sfondami il culo non riusciresti più a sederti su entrambe le mele. E adesso ciucciamelo donna!"

"no che con la faccia lì in mezzo mi perdo la fine della fiction..."

lunedì 6 febbraio 2012

rassicurante

Oggi sono rimasta sola per parecchio tempo. Non che durante la settimana Marte stia con me. E' normale che non ci sia, ma da qualche mese a questa parte il lavoro mi ha assorbito a tal punto da rendermi conto dell'ora di cena solo nel momento in cui sentivo il rumore della sua chiave girare nella toppa. E' come se mi fossi abituata alla febbre, è come se ora io mi sia abituata al dolce far niente. Quasi quasi mi dispiace stare meglio, anche se so che tra qualche giorno avrò dimenticato queste parole e il lavoro sarà la prima cosa.

Mentre giocherellavo con i capelli, accucciata sul divano nuovo, ho pensato che ho veramente bisogno di una messa in piega e anche di rifare i colpi di sole. Domani chiamo la parrucchiera. E ho mandato un sms a Roberto per chiedergli come va. Mi ha chiamato subito dopo. Non ha mai amato molto gli sms e ha sempre preferito chiamare. Mi ha chiesto come sto, gli ho chiesto come stai e mi ha detto che era in ufficio in un momento di pausa. Si era chiuso a chiave e giocherellava con l'uccello. Forse aveva voglia di masturbarsi e forse l'avrebbe fatto.
Gli ho chiesto di smettere di toccarsi durante la telefonata, che non mi piace che non sia concentrato mentre mi parla e mi ha assicurato di averlo fatto.
Gli ho confermato di aver deciso di non appoggiarmi alla sua struttura per questo lavoro e gli ho chiesto se si sente bene, se è tutto ok. Mi ha detto di sì. Gli ho chiesto se va tutto bene con la moglie e mi ha detto di sì. Che va  tutto a meraviglia. Gli ho chiesto se dormono nello stesso letto e mi ha detto sì, sempre. Mi ha detto che non si è sposato per dormire in letti separati e che sentire il respiro pesante della moglie mentre dorme è quasi rassicurante.

Per un momento, un unico istante di arrogante egocentrsimo, avrei voluto chiedergli se a volte mi pensa, se gli manco. So già la risposta, ma la cosa che conta è che neanche lui mi manca.

domenica 5 febbraio 2012

Animale

L'ho sicuramente già citato in qualcuno dei miei vecchi post. Non ricordo quale ma ricordo vagamente di averlo fatto. Del resto la mia passione per il modello "uomo di Neanderthal" non è certo recente (e la presenza di un omone grande e grosso e tutto proporzionato qui accanto a me lo conferma) quindi sono certa di averlo già fatto. Ma lo rifaccio! Così che chi ha i miei stessi gusti, maschi o femmine, ne possa godere a piene mani. Fare cosa? Mettere la foto di QUEST'UOMO nel post.

La prigionia coatta mi costringe a passare questi pomeriggi ad assecondare le passioni del mio compagno. Che non sono le tastate alle tette che di tanto in tanto mi fa con la scusa di farmi le coccole perchè sono malata (spesso quando ho la febbre essere solleticata sui capezzoli mi rende nervosa), ma guardare le partite di rugby e incontri di sport da combattimento di vario genere. Ieri Italia vs Francia e abbiamo perso e oggi Irlanda vs Galles.

A parte questo ieri in tv mi è sembrato di intravedere l'uomo che ho appena prima citato. Lo stallone d'oltralpe, l'uomo che non parla ma ringhia, il fascio di muscoli, il dio del nord, la montagna parlante, il tuono nei pantaloni: Sebastien Chabal. Ma uno così, a letto, che può fare? No perché uno così che parli o sia muto proprio chi se ne frega. Qui parliamo di carne da letto che si muove. Stessi in punto di morte e potessi esprimere un desiderio chiederei di farmelo apparire davanti e darmi le forze per scoparmelo a sangue. Il mio sangue, il suo sangue non importa. Vorrei ciucciarlo fino a farlo disidratare, sbatterlo fino a farlo diventare la metà, farmi penetrare fino a sentir male! E poi fargli il bagno, asciugargli la schiena e pettinargli i capelli.

Sembro pazza? Che devo dire lo sarò. Riesce a farmi diventare un animale. Meglio contare fino a cento e darmi una calmata. Prepararmi un aristocratico tè e finire il libro di Murakami aperto sul tavolo. E fare finta di essere un'intellettuale sessualmente stitica fino a che non sarò in grado di controllarmi.

Let it snow

Sono in coma da quattro giorni e qualcosa e nonostante il gelo abbia paralizzato città intere, compresa la mia (o comunque la mia strada sicuramente), il mio primo pensiero è per il lavoro. Sono nei tempi, ce la farò sicuramente, ma permettetemi di dubitare della giustezza di questo mio destino dicendo: e che cazzo! Primo vero incarico per il mio studio, neve a palate e febbre a catinelle. 
Mia suoc... ehm...Eleonora, la mamma di Marte, mi è passata a trovare per due giorni di fila mentre ero sola a casa ed è stata tutto il tempo a tentare di ingozzarmi di cibo (è risaputo che quando uno ha la febbre non vede l'ora di mangiare) e scuotere la testa ai miei continui rifiuti. Ci sono stati dei momenti che ho pensato che fosse neanche troppo presente con la testa. Mi guardava e diceva "mi sarebbe tanto piaciuto avere una figlia". Ho evitato di commentare perché so che lei è convinta di aver sbagliato tutto nella vita, pure di fare un figlio maschio. Ed è meglio che Marte non lo sappia, anche se lo sa già, lo so.

Ho chiesto al mio uomo di portarmi una scorta annuale di biscottini da tè dal panificio e di bustine del suddetto tè e sono quattro giorni che sopravvivo grazie al prezioso nettare e fino a che la teina mi consentirà di farlo continuerò a bere quello e mangiare lingue di gatto e biscottini al cioccolato. A proposito di cioccolato... ho "scoperto" che esiste la cioccolata calda alla gianduia e al più presto manderò Marte in missione per fare scorte.

Ieri è passata Aradia per raccontarmi la milionesima puntata della sua soap opera mentre Marte quasi bestemmiava davanti all'Italia del Rugby. Io, che dire, non vedevo l'ora di sorbirmi la solfa. Ci sono stati dei momenti, mentre mi parlava, in cui credo di aver fatto dei viaggi mentali fino in Cina. Ci siamo messe sul divano tutte accucciate e mi raccontava di come la sua situazione sia diventata insostenibile (per chi si fosse messo in ascolto solo ora, la mia amica Aradia si scopa abusivamente l'amico di Marte, ovviamente all'insaputa del suo compagno. Quello di Aradia non quello dell'amico di Marte). Io non ce la faccio più a starla a sentire e dirle "ma tu cosa ti senti di fare? Preferisci continuare così in eterno o scegliere?". Tanto mi risponde sempre che non ce la fa a scegliere "e se poi Emanuele è quello sbagliato? Cos'è lascio l'uomo che potrebbe essere quello della mia vita per un coglione?". Ora a parte il fatto che queste sono le solite storie che si ripetono da secoli e che alla fine una decisione va presa se non per altruismo almeno per non impazzire ma poi... sono mesi che lei ed Emanuele si frequentano, possibile che non abbia ancora capito se è un coglione o no? "E ma la cosa non è così semplice. Io sto bene con lui, è un uomo fantastico, ma io ho bisogno anche di stabilità e non sono sicura che possa darmela e magari mi ritrovo da sola ecc ecc ecc". E allora continua così fino a che non ti logori, tesoro, che ti devo dire?  Mi ricordo quando faceva la predica a me perché non dicevo a Marte della mia vecchia vita! Ma come si cambia opinione quando i problemi riguardano noi stessi!
Ieri ho proprio sentito la voglia di parlare con Emanuele di questa cosa e appena sto meglio chiedo a Marte di invitarlo a cena. Ormai ci hanno messi in mezzo e ne pagano le conseguenze fino in fondo.

Ieri mi sono pure venute le mestruazioni e mi sono rimasti tre assorbenti e un moment. Ma vaff....

mercoledì 1 febbraio 2012

Ecciu!

Ho il naso gelato, le orecchie gelate, i piedi gelati e se avessi la coda avrei gelata pure quella. Ho il raffreddore, la tosse e pure qualche linea di febbre. E devo lavorare come una matta da qui a tutto il mese. E ho bisogno di coccole e Marte è in palestra e mi ha promesso che mi porta i cenci prima di tornare a casa. (cenci=chiacchiere=frappe). Ma io sono tutta gelata e voglio una cioccolata calda fatta tutta di gianduiotti sciolti!

martedì 31 gennaio 2012

Sto bene

Oggi sono stata in ufficio da Roberto per valutare se prenotare lì le camere per gli ospiti dell'azienda e una delle sale per il party di fine lavori. Alla fine ho deciso di scegliere un albergo più vicino all'azienda sia per le camere che per la sala e mi sono fatta consigliare da lui. Ma non è di questo che voglio parlare. Sono preoccupata per Roberto o meglio sono turbata da come sia invecchiato in fretta in queste ultime settimane. Appena entrati ha messo l'acqua nel bollitore, ha attaccato la presa e mi ha chiesto di scegliere la bustina di tè che preferivo. Aveva una scatola di legno nuova nuova tutta piena di bustine colorate divise per nuance. Prima volta che la vedevo e l'ho preso un po' in giro. Mi risponde che l'ha presa per me. Stavo per farmi una risata ma aveva una faccia talmente seria che non ne ho avuto il coraggio. E' stanco, scavato. Ma non quello stanco tipo "ho appena finito una partita di tennis e sono stravolto", Uno stanco tipo "sono ossessionato da qualcosa, preoccupato per qualcosa e non vivo bene". Gli ho chiesto come stava e mi ha risposto "bene" con un mezzo sorriso e neanche mi ha guardato in faccia. Abbassava di continuo gli occhi oggi.  Lui che potrebbe parlare su un podio davanti ad una platea di 10mila persone senza abbassare mai lo sguardo. Non ho insistito. Ho chiesto come sta la moglie e mi ha detto "bene credo" sempre con il solito sorriso sciapo. La moglie di Roberto... ci siamo incrociate una volta durante il lavoro di organizzazione del convegno e ha fatto finta di non vedermi. Chisenefrega. Mi chiedo se i matrimoni di interesse possano mai entrare in crisi. Se già nascono per contratto, con punti precisi da rispettare, con affetto ma senza amore, cosa dovrebbe finire? Cioè perché non durare per sempre? Ma magari il suo matrimonio non c'entra niente... 

lunedì 30 gennaio 2012

Pesanti

Sono distrutta. Ma soddisfatta, ovviamente. Con un po' di retrogusto amaro in bocca. No niente pompini volanti con l'ingoio, solo una breve riunione organizzativa in ufficio da Marte, anzi da suo padre, per riaggiornarmi sulle necesittà del cliente e per illustrare le fasi che intendo seguire per organizzare questa cosa. Non so se l'ho già detto, ma in ufficio da Marte non sono esattamente la beniamina. Nessuno ha mai avuto il coraggio di dirmi niente, anzi, sono tutti sorrisi e smancerie (quasi tutti) ma non sono cretina e certe cose le sento come si sente il fiato pesante di uno che ti sta accanto. Sì ecco quegli sguardi sono pesanti come il fiato pesante. Sono la raccomandata, la mignotta che ha avuto la botta di culo della vita quando si è presa il figlio del capo. Come se di mio non valessi niente, ovviamente. Come se il mio fosse un valore di riflesso dato da Marte. La cosa bella è che prima guardavano Marte così, come un demente che ha preso il lavoro solo perché figlio del solito capo. Ci ha sofferto a lungo per questa cosa e ha dovuto lottare tanto per dimostrare che si merita il suo lavoro. E poi sono arrivata io e il bersaglio è cambiato. Di tanto in tanto, quando mi lamento della grettezza dei suoi colleghi, mi sorride e mi dice che da quando stiamo insieme hanno qualcun altro di cui parlar male e lui può stare tranquillo =) Stronzone...
Comunque la riunione è andata bene, l'atmosfera era professionale come piace a me e non alla cazzo di cane solo perchè siamo "imparentati". Domani mi vedo con Roberto nel suo ufficio perché non sono sicura che il suo albergo vada bene stavolta. La maggior parte degli incontri saranno nella loro sala riunioni, quella dell'azienda, quindi l'albergo serve per le camere e per una sorta di festino di fine lavori. Festino nel senso di festa piccola e non di festa/orgia. =) Domani vedrò, ora ho solo bisogno di un bagno rilassante e di un massaggio lombare.  Notte mondo.

domenica 29 gennaio 2012

Ihhhhhhhhhhhhhhhhhhh caxxo caxxo caxxo!!

Il padre di Marte (sì è provvisto di nome proprio di persona ma visto che è un "brutto ceffo" preferisco chiamarlo con lo pseudonimo segreto "padre di Marte") mi ha chiamato per un lavoro. Ha "bypassato" il figlio e ha cercato me. Mi ha chiesto di organizzargli una due giorni di meeting&briefing&chatting con colleghi fuori sede. Me l'aveva detto che l'avrebbe fatto quando Marte gli ha accennato alla mia nuova attività e considerando che Marte gli ha accennato alla mia nuova attività esclusivamente per farmi reclutare ('mporta assai a lui di dire al padre quello che facciamo e che non facciamo) direi che il passaparola ha funzionato. E' una cosa piccola ma... cazzo è il primo evento aziendale che coordinerò come ditta e già solo pensare alle varie cose da fare mi eccita da morire! Chiamo Roberto per valutare insieme gli spazi e l'alloggio, SWOT analysis volante e poi butto giù una lista di priorità e recluto un paio di colleghe del giro...ehm... di questo giro nuovo non di quello vecchio. Anche se non escludo che pure quello vecchio possa servire... no, ma no... certa gente c'ha già l'amante incorporata non va mica a mignotte. Più o meno. Va beh ma poi che c'entro io mica sono una pappona. Ma che schifo.
Non mi ha chiesto neanche il preventivo! Il vecchio dico (Marte lo chiama "il vecchio" non io. Ho solo preso in prestito un termine che effettivamente gli si addice).
Marte, amore mio, come si fa a disprezzare uno che ti recluta senza neanche chiederti il preventivo? Ihhhhhhhhhhhhhhhhhhhh

giovedì 26 gennaio 2012

Dicevamo...

Un paio di post fa avevo promesso aggiornamenti riguardo la mia vita privata in questi ultimi mesi. In realtà non c'è molto da dire se non che sono stata travolta da un turbine di eventi e situazioni oggettivamente nuove per me. Essere "in una relazione stabile", parlare di noi e non di io, sentirsi dire voi e non tu, accettare il mio ruolo accanto ad un uomo dalla posizione non sempre chiara all'interno del suo posto di lavoro, partecipare alle cene, alle feste, cucinare per tua suoc... diciamo cucinare per la madre del tuo compagno e per il padre in occasioni separate, assistere impassibile alla tua amica che si scopa l'amico del tuo uomo senza poter giudicare senza fare la parte di "ma da che pulpito", pensare che la compagna della tua amica lesbica sia un'idiota e che non vada bene per lei e ammettere di pensarlo di tutte le sue singole conquiste, assistere impotente allo struggimento di una coppia che oggettivamente si ama tanto ma destinata a non trovare un posto al sole se non con un grande sacrificio dell'uno o dell'altra... beh tutto questo è oggettivamente un turbinio di eventi e situazioni oggettivamente nuove. E poi il lavoro... la speranza che duri, che riesca a sganciarmi dai "contatti" di Roberto e la stessa speranza che invece la sua amicizia possa aiutarmi da qui all'eternità. Sapete che sono arrivata al punto di non dormire a volte per i pensieri? Per le idee, i progetti, le novità. Marte mi ha proposto un weekend alle terme, relax totale 24 ore su 24, pacchetto tutto compreso con hotel, ristoranti e massaggio pure sulla punta del naso fra un po' e ho rifiutato. Il pensiero di stare ferma per due giorni e mezzo mi fa venire gli attacchi di panico. Vi sembra normale? Forse sì, visto che sono all'inizio ma Marte comincia a soffrirne e io lo capisco. Sono spesso fuori casa e quando ci sono mi accorgo di essere assente. Ho il pensiero fisso del lavoro anche quando siamo a tavola, anche quando mi parla e questo è orribile. Se continuo così si trova un'altra e avrebbe pure ragione a farlo (lo spellerei vivo lo stesso, ma avrebbe ragione),

Per tornare alle novità di questi mesi ed essere meno criptica Aradia e l'amico di Marte... coso lì... Emanuele, che mi piaceva tanto quando l'ho visto a cena per la prima volta, sono amanti praticamente dalla prima volta che si sono visti. Con la differenza che lui è single e lei no. Lui dice che la vorrebbe sempre ma ci credo poco. Lei non vuole lasciare il compagno perché non c'ha il coraggio. Una soap opera. Una sera io e Marte ci siamo trovati attaccati a due telefoni per sentire io lei e lui l'altro. Tipo la scena di Harrry ti presento Sally con la differenza che i nostri due telefoni sono in due stanze diverse.

Vedo molto instabile invece il rapporto di Noah e Maria. Non so se l'avevo già scritto ma Noah è tornato da NY solo che deve ripartire perché l'anno sabbatico è bello e che finito e il lavoro qui non lo trova e credo non lo cerchi nemmeno. E Maria invece sta qui e ci deve stare. Vanno avanti alla giornata ma Noah con questo andirivieni finisce che perde i capelli. So che non sono una con grande esperienza in fatto di storie serie, ma stare insieme per amore, non essere più dei ragazzini e non avere comunque la possibilità di fare progetti... mah... cioè ora come ora, per come sono ora, mi farebbe soffrire. E infatti loro soffrono come cani.

E io invece ho sonno...