lunedì 21 giugno 2010


Buongiorno mondo umido e salato!

Sono al mare…
Questa settimana di vacanza è stata una decisione inaspettata. Dopo la proposta di Walter  delle due settimane in sua compagnia (che non saranno ferie, ma lavoro…), ho pensato di meritarmi almeno 7 giorni al mare nella piccola casetta di famiglia in un luogo misterioso e segreto (:p).
In realtà questa casetta era dei miei nonni, che hanno vissuto qui fino alla loro morte. Io e le mie cugine e cugini abbiamo passato l’infanzia e l’adolescenza qui e ho dei ricordi meravigliosi. La nostra casetta è in cima ad una piccola collina e il balcone si affaccia proprio sul porto. La sera è una meraviglia stare seduti in balcone a guardare le navi e godersi il fresco del tramonto. Qui intorno è pieno di odori e rumori che mi ricordano l’infanzia: il dondolio delle barche attraccate, i parabordi che si toccano, le colonie di gatti, gli odori dei ristoranti, le bancarelle di collane di conchiglie dei bambini, i palloni abbandonati sulla spiaggia.
Fino a qualche anno fa, mi sembrava tristissimo venire qui da sola a passare le ferie. Adesso è una cosa che faccio con piacere. Credo che la differenza stia nello stato d’animo di una persona. Quando si è in pace con il mondo, in un momento di equilibrio e serenità, la solitudine non fa paura. Quando si è giù di morale ti rende la vita ancora più nera.
Quando vengo qui ho il tempo di dedicarmi alle mie traduzioni e alcune ore del giorno mi ispirano racconti e progetti di scrittura. Magari quelle ore del dopo pranzo, quelle scandite dal frinire delle cicale; mi ricordano le estati passate e ormai sono arrivata al punto di non riuscire più a dormire serenamente il pomeriggio, senza lo strusciare delle cicale ed il vento che muove le tende e che entra in casa. Stamani sono scesa al porto, ho fatto la spesa, salutato amici ed amiche (anche se la maggior parte non sono ancora arrivati), comprato il giornale e seduta al bar con brioche e cappuccino. Leggere il giornale sapendo che non avrai nient’altro di importante da fare è una goduria. Ti soffermi anche sulle notizie più idiote che solitamente non degni di attenzione.
Sabato quando sono arrivata, ho messo la rosa di Andrea in un vaso. E’ un vaso lungo e stretto, fatto per un solo fiore. Io però ho pensato di non lasciarlo appassire lì da solo e gli ho messo accanto una margherita che ho colto nell’orto che era di mio nonno. Adoro le margherite: sono allegre e simpaticissime. La margherita e la rosa stanno bene insieme nel vaso, anche se la rosa è più alta e non è chiaro se la voglia schiacciare o proteggere. Curiosa metafora…;-)


Ore 22.40

Mi sembrava troppo bello riuscire a passare sei giorni tranquilli, magari in compagnia del vecchio gruppo di amici per l’aperitivo. E invece la mia vacanza solitaria si è trasformata in una vacanza/lavoro in compagnia. Mi rende nervosa il pensiero di dover fare l’attrice davanti agli altri. Mi rende molto, molto nervosa.
Comincio dall’inizio se no non si capisce niente. Verso le tre di oggi ricevo la telefonata di Andrea. Ho già parlato di lui, ma forse la natura del nostro rapporto non è troppo chiara, neppure a me a questo punto. L’ho conosciuto circa un anno e mezzo fa,  grazie ad un vecchio cliente. Lui ha dimostrato subito interesse per me, io no. Il suo interesse era incentrato sull’aspetto sessuale, quindi, dopo alcune insistenze, ho chiarito privatamente la mia posizione al riguardo e lui non si è creato troppi problemi. Un po’ per una relativa vicinanza di età, un po’ per affinità di idee, siamo diventati più o meno amici, sempre rispettando l’uno la sfera privata dell’altro. Non è mai nato un sentimento profondo quindi abbiamo raggiunto un certo equilibrio. Da qualche settimana, non so perché, Andrea mi sembra un po’ fuori. E’ nervoso, umorale e disequilibriato. Lui non mi ha detto niente e io non me la sento di chiedere.
Fino a che le sui incursioni si limitavano alle telefonate, con successive scopate notturne, poteva anche andarmi bene. Pure con i suoi eccessi, visto che Andrea ha un’indole piuttosto autoritaria e più di una volta ho passato ore a farmi scopare senza fiatare o in ginocchio con il suo uccello in bocca. Ma ho il sospetto che lui voglia entrare prepotentemente nella mia vita e controllarla. Non si tratta di amore, in senso classico eh. Almeno non credo. Ci conosciamo da un anno e mezzo e non ci sono state avvisaglie, non vedo perché dovrebbe cambiare ora. Comunque la sua uscita di oggi, mi ha lasciato un po’ così. Non che non mi faccia piacere… però bah. In ogni caso, tornando ad oggi, verso le tre mi telefona. Io resisto alla tentazione di rispondere. Lui non richiama. Pensavo fosse finita lì. Alle quattro scendo al porto, passo all’edicola a prendere l’ultimo Montalbano di Camilleri e mi fermo al bar a prendere un tè freddo. Sapete quando siete concentrati su una cosa, ma basta un particolare, un suono, un movimento per farvi alzare gli occhi? Qualcuno mi passa accanto e la pagina del libro si alza leggermente; io tiro su la testa e mi cade l’occhio su un tizio che ha la stessa camminata di Andrea, stesso taglio di capelli, stesso fisico. Rimango un attimo così. Mi rimetto a leggere, ma a quel punto non riesco più a concentrarmi. Quel tizio mi ha messo la pulce nell’orecchio. Mi alzo e mi incammino verso il molo, nella stessa direzione dove è andato lui. Percorro il molo quasi fino alla fine, verso il faro rosso e non vedo nessuno. Faccio per tornare indietro e mi sento chiamare. Era Andrea. Per un attimo ho avuto l’impulso di andargli incontro, poi di mandarlo affanculo. Ho pensato: questo è un pazzo che segue le donne, che le ossessiona. Se gli vado incontro giustifico il suo comportamento e magari fra un paio d’ore mi ritrovano morta sugli scogli dietro il faro. Poi ho pensato, che in fondo, era solo Andrea, il mio amico.
Per farla breve, mi è venuto incontro lui, abbiamo litigato, ci siamo ripetutamente mandati affanculo attirando l’attenzione dei passeggeri di tutte le barche a vela del molo che mancava poco prendevano i pop corn, lui mi ha detto che ha voglia di me e che non può più tornare a casa ormai, che due giorni con lui non mi uccideranno ecc ecc. Io gli ordino di tornare a casa e lui mi fulmina con lo sguardo. Mi sono allargata troppo. Mi prende per il braccio e quasi me lo stritola. Mi prende l’altra mano e me la mette sull’uccello che è duro come un sasso. Mi sono sentita molle sulle gambe e mi sono bagnata come una verginella impaurita; da non credere. Sono diventata viola dall’imbarazzo anche perché la gente era sempre lì che ci guardava e io non sono mai mai stata un’esibizionista (a parte forse il pompino al mio ex ragazzo sul lungomare e qualche scopata sulle poltrone dei club a Londra, ma almeno lì era notte!). Lui mi molla il braccio e mi sfiora le tette. Sorride. I capezzoli sono diventati di marmo e mi dice qualcosa tipo: “Vedi che ho fatto bene a venire?”. Mi sono sentita nel pallone. In quel momento ho pensato alla vacanza rovinata, a come potrò giustificare la sua presenza davanti agli amici, a dove lo metto a dormire che la casa è piccola. Tutte cose che ancora mica ho risolto. Su una cosa però sono stata irremovibile e credo di aver fatto la cosa giusta: i soldi. Va bene stare qui, ma gli ho presentato il conto anticipato. Ho paura che il giorno in cui non gli chiederò più soldi, non avrò più il controllo del nostro rapporto

sabato 19 giugno 2010


Fra un’ora sarò in autostrada, direzione mare! Non vedo l’ora! Stamani sul presto è venuto Andrea. Ero convinta che sarebbe venuto armato di lacci per incatenarmi al termosifone ed invece si è presentato con una rosa rossa. Fosse stato un altro sarebbe stato di una banalità unica, ma lui mi ha spiazzato. Non che non sia capace di gesti delicati, ma data la natura dei nostri ultimi incontri non me l’aspettavo. Insieme alla rosa c’era un biglietto con questo epigramma di Catullo (Andrea è un professore precario di latino e greco. Non mi chiedete come faccia a pagarmi così spesso con i quattro soldi che prende, perché non lo so. Fino a che so che non spaccia e che non rapina banche, non mi faccio troppe domande):

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia.
Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato.

Mi ha abbracciato, mi ha salutato, e mi ha detto: “Torna presto”. Fine. Sono rimasta con un retrogusto amaro in bocca (poeticamente parlando… ovviamente!:p)

Prima di lasciarvi, in attesa di poter riprendere in mano il blog (spero lunedì), vorrei proporre una riflessione che il mio mestiere e, negli ultimi giorni, i vostri commenti, mi hanno stimolato. Il sesso è il motore del mondo. Sembra banale, ma è così. Si fanno più pazzie per sesso che per amore (se escludiamo l’amore di un genitore per i figli, ovvio). Il sesso è merce di scambio, è un regalo, è un mezzo per fare politica, per fare carriera, per rovinare una persona, per ricattarla, per sottometterla, per comprarla ecc ecc
La mia domanda è (non è retorica, me lo chiedo anch’io): nel nostro Paese, il sesso, avrebbe altrettanto potere e fascino se non fosse più un tabù e fosse completamente sdoganato?
Se niente ci scandalizzasse più, avrebbe lo stesso fascino?

Buon Weekend a tutti!

venerdì 18 giugno 2010

Va' serena e di me serba il ricordo...


Sai quanto ti ho amata.
Se mai tu lo dimenticassi, sempre
io ricorderò i bei momenti che vivemmo.
Sappho

Giada, così si chiama la ragazza che è venuta a trovarmi oggi. Per chi non avesse letto uno dei miei precedenti post, è importante una precisazione: non sono lesbica, anche se mi sono capitate alcune donne nella mia breve carriera di amante (intesa come colei che ama e non come la ruota di scorta di uomini sposati). Non mi aveva attratto più di tanto proprio perché troppo femminile. Essendo di inclinazione eterosessuale, se devo scegliere, preferisco le donne mascoline. Lei decisamente non lo è, e poi è chiusa, timida e mi fa fatica stare lì a cavarle le parole di bocca. Comunque è venuta a trovarmi, l’ho fatta entrare, ha fatto due passi nell’ingresso e mi ha allungato i soldi a testa bassa. Tipo un bambino dell’asilo che porge l’oggetto vietato con cui è stato beccato dalla maestra. Io sono rimasta un po’ così, ma ho fatto finta di nulla, le ho sorriso, ho preso i soldi e l’ho invitata ad accomodarsi. Appena seduta riesce ad aprire la bocca e mi dice che se non voglio farlo non importa, che anche solo parlare va bene. A quel punto il mio fottutissimo cuore si è sciolto. Porca miseria, ecco perché non devo accettare clienti sfigati e depressi! E tutte le volte ci casco. Mi fa una tenerezza estrema, mi sembra così indifesa che quasi mi commuovo, accidenti a lei e alle lesbiche depresse!
Le porto una tazza di tè e mi siedo sul divano con lei. Le chiedo se le va di vedere un dvd, lei dice sì e le elenco i titoli: sceglie Once upon a time in America. Faccio un rapido calcolo della durata del film e mi viene da pensare che se lo vuole vedere tutto quando torno dal mare vado a comprarmi la Speedy 30 di Vuitton direttamente alla boutique degli Champs-Elysées a Parigi.
Comincia a vedere il film, ma si vede che non gliene frega niente. Allora le chiedo qualcosa di lei e le faccio dolcemente presente che a me va di fare l’amore con lei e che non deve essere così tesa.  Lei sorride e mi prende la mano (Dio santo ma come fa a sopravvivere al mondo una così!), me l’accarezza, la guarda, l’accarezza di nuovo. Metto il cervello in modalità “sweet romance” e la bacio dolce dolce. A quel punto mi viene un dubbio: e se fosse di indole sottomessa? Se volesse una mistress che la maltratti? Se la dolcezza fosse tutta una finta?
Non mi ha precisato da subito le sue inclinazioni quindi tocca a me scoprirle. Considerando quanto prendo l’ora, potrebbe anche non essere tempo perso. La accarezzo, le prendo il viso tra le mani e la bacio senza dolcezza. Lei ci sta e ricambia. Mi alzo, la prendo per mano e la porto in camera. La spingo sul letto e le abbasso i pantaloni. Ha la passera completamente depilata. E’ una gatta morta, una finta ingenua ;-). Le apro le labbra e la lecco piano piano, lei sussulta e si contorce. Bene, adoro le persone che perdono facilmente il controllo, faccio meno fatica :p  Io non ho grande esperienza con le donne, lo ammetto. Diciamo che, come con gli altri clienti, cerco di capirne l’indole e cerco di stimolarle dove mi piacerebbe essere stimolata. Poi spero sempre nel buon senso degli altri e nelle loro indicazioni. Con Giada mi è andata bene perché sono riuscita a darle quello che voleva, senza che  dovesse aprir bocca o quasi. Con la punta della lingua cerco il clitoride, lo trovo e comincio a stimolarlo piano piano. Ho pensato che se lei è come me, una stimolazione violenta non avrebbe portato a molto. L’avrei infastidita e basta. La passerina ricomincia a bagnarsi e ha un buon odore, né troppo forte, né troppo tenue. Le metto un dito dentro, ma il suo gemito è poco convinto: dita troppo piccole :p Ne aggiungo un altro e poi un altro ancora e ricomincia a contorcersi. Giada è una di quelle rare persone che godono sia con la vagina che con il clitoride allo stesso modo. L’ho invidiata oggi. Io sento molto di più con il clitoride che con la vagina, ahimè. Anche se con i clienti non è obbligatorio godere intensamente per far bene il proprio lavoro, basta far godere loro, alla fin fine.
Giada sta per venire e tiro fuori le dita appiccicaticce. Allargo le gambe e le metto la mia fighetta in faccia. Comincia a leccarmela ed è una sensazione divina. Ho rischiato di venire io prima di lei, cosa che fino a questo momento mi è capitata solo con Andrea (escludendo le storie normali del passato, ovviamente). Mi levo di lì prima di perdere il controllo e prendo il vibratore, grande amico di alcune donne (non il mio, data la mia predilezione per il clitoride). E’ un uccello di gomma dura, lungo trenta centimetri, dal diametro enormemente indefinibile. Faccio per metterglielo dentro, ma lei non vuole. Insisto, le tolgo le mani, ma lei mi dice che davvero non vuole e che preferisce le mie dita. Faccio quello che mi chiede, gli rimetto le dita dentro e le stimolo il clitoride con la lingua. Ricomincia a contorcersi, inarca la schiena, comincia a tremare. Ad un certo punto sono costretta ad usare l’altra mano per bloccarle il bacino e manca poco perdo l’equilibrio. E’ come un animale che non vuole essere domato.
Dopo pochissimo viene e mi schizza gli umori in faccia (altra cosa rarissima e molto buffa, almeno per me). Si riprende due minuti e poi mi bacia in bocca, (prima che avessi il tempo di pulirmi!), mi dice grazie e dice che vuole far godere anche me. Tipico delle donne.
Una cosa stranissima che ho notato è che voi uomini, quando avete una compagna, vi preoccupate di farla godere, anche per non instillare dubbi sulla vostra virilità (tralasciando il fatto che le donne FINGONO e che voi non ve ne accorgete). Quando siete con una “professionista” godete voi e chi se ne frega dell’altra. Opinione condivisibile: pagate quindi godete.
Con alcuni miei clienti, dopo tanto che ci vediamo, è scattata la molla del far godere anche me. E’ stata una cosa naturale. Con Andrea, sempre eccezione nella mischia delle regole, è stato così fin da subito. Un rapporto di dare avere, quasi in equilibrio.
Comunque, apprezzo l’invito di Giada e capisco che le farebbe davvero piacere. Mi sdraio e mi lascio andare completamente alla sua lingua e alle sue dita sui miei capezzoli. E’ bravissima. Mi allarga le gambe, mi fa sentire completamente vulnerabile e basta poco per farmi venire. Quando vengo con la lingua (o quando mi masturbo), è come essere attraversata da una scarica elettrica. Lei sorride, si sdraia di nuovo accanto a me, mi da un altro bacio, mi ringrazia di nuovo e mi dice che per oggi va bene così, che a lei non piace tanto essere scopata con aggeggi finti. Penso che non poteva andarmi meglio. Lavoro facile e soddisfacente. Prima di salutarla le do un bacio sulla fronte, lei mi abbraccia, mi augura buone vacanze e mi chiede se può richiamarmi. Che potevo dire a quel punto? Ho detto sì. Speriamo di non dovermene pentire.

giovedì 17 giugno 2010

Sapete chi mi ha chiamato oggi pomeriggio? La tipa che ho conosciuto alla festa di sabato scorso, quella con i colleghi di Roberto. Gli ha chiesto il mio numero, lui mi ha chiesto se poteva darglielo e io gli ho detto di no :-)  Lui ha insistito, mi ha detto che a lei farebbe molto piacere e che è una persona migliore di quella che sembra. Io gli ho spiegato che non mi metto a giudicare le inclinazioni spirituali delle persone, ma che non ce la faccio con i tempi e che sabato mattina vado al mare una settimana (non ve l’avevo ancora detto: sabato parto per il mare. Aggiornerò sicuramente il blog anche se con minor frequenza, tanto più che a voi interessa il “diario di una squillo” mi sa e non il “diario di una squillo in vacanza al mare”.)
Comunque, per farla breve, alla fine ho detto di sì. Lo sapete perché ho tentennato, oltre che per una questione di “agenda”?. Perché alla festa, quella ragazza, mi ha dato l’impressione di essere una persona triste. Triste e sola. E, sarà cinico da dire,  ma le persone tristi si affezionano al primo cane che trovano per strada, figuriamoci ad una persona con cui fanno sesso. E io non voglio diventare l’ossessione di nessuno. Comunque viene domani pomeriggio e domani sera torna Walter e sabato mattina mi aspetto un incursione furibonda di Andrea che si è incazzato perché vado al mare da sola. Forse preferiva che ci andassi con tutta la nazionale australiana di rugby? Mah
Walter è andato via dieci minuti fa. Mentre si vestiva gli ho preparato la colazione. Ora cerco di dormire qualche ora, se no crollo. A più tardi mondo...

mercoledì 16 giugno 2010

Voulez-vous coucher avec moi?

Stanotte è la notte di Walter. Se io e lui fossimo amici, penso che potrei parlare per ore di tutto ciò che il suo animo nasconde. Ma non lo siamo e quindi i suoi segreti io non li ho mai saputi. Con Walter io assumo un ruolo particolarissimo, indefinibile. Praticamente lui vuole dormire nel mio letto e vuole che io stia con lui, lo faccia sentire protetto, coccolato, un po’ come una mamma. Io non posso dormire quando lui è con me. E’ importante che, se si sveglia, mi trovi subito lì, pronta a scaldarlo, a rassicurarlo o semplicemente ad andargli a prendere un bicchiere d’acqua. Walter (non è il suo vero nome) è l’azionista di maggioranza di una clinica privata di Firenze. Ha un ufficio enorme, una sedia in pelle umana come quella del capo del povero Fantozzi e potere di vita e di morte sui dipendenti della clinica, medici e chirurghi compresi. Ma… Walter negli anni, ha capito che le battaglie dei potenti, le ambizioni di certi ambienti e il potere, con tutto ciò che ne consegue, non sono fatti per lui. Non ce la fa. Da quello che mi ha detto un mio vecchio amico che me l’ha presentato, Walter stava per avere un forte esaurimento nervoso che l’avrebbe portato a dover rinunciare a tutto ciò che ha costruito. Non dormiva più e quando lo faceva si svegliava urlando per gli incubi e l’ansia.
Allora gli ho fatto questa proposta: dormire con me tutte le volte che ne sente il bisogno.
Non so se conoscete lo scrittore giapponese, Haruki Murakami. Io lo adoro. Ho letto tutta la sua bibliografia e non vedo l’ora che esca il prossimo. In uno dei suoi libri, ma non ricordo quale, una ragazza veniva uccisa e il suo mestiere era proprio questo: dormire con i clienti, senza mai dormire lei. Una sorta di prostituta/tata. Ho studiato la lingua e la cultura giapponese per alcuni anni e non
mi
ha stupito che in una società come la loro, potesse esistere una figura simile. I businessmen giapponesi sono schiacciati dalle responsabilità sociali e capisco che possano sentire il bisogno di un servizio del genere. Ma non mi aspettavo che anche da noi la richiesta aumentasse di anno in anno. Pensavo che i nostri dirigenti e uomini di affari prendessero la vita con un po’ più di leggerezza (in Giappone chi porta al fallimento la sua società si spara un colpo in testa, qui manco lo licenziano); e invece pare di no. Lo stress schiaccia anche i nostri capi. Walter è quello che viene più spesso, poi ci sono anche due suoi colleghi che passano la notte qui un po’ più raramente.
Walter ha 49 anni, divorziato, con due figli adolescenti. Lui arriva verso le 11 che ha già cenato, ci salutiamo, facciamo due chiacchiere e poi si mette a letto. Io lo accarezzo, gli do un bacio e mi metto accanto a lui. Termos di tè e uno o due libri da leggere. All’inizio si svegliava spessissimo. C’erano delle volte che tremava nella notte. Ora vedo che dorme più tranquillo. Quando lo sento agitarsi, lo abbraccio forte, gli sussurro qualche frase nell' orecchio, lo bacio e si riaddormenta. E così fino alla mattina. Da qualche settimana viene mercoledi e venerdi, ma quest’anno mi ha proposto una vacanza al mare insieme e penso che dovrò rivedere un po’ piani e pagamenti. La scorsa estate, quando sono partita per l’Argentina con due amiche, manca poco lo ritrovavo buttato in un fosso. Quest’anno si è messo ai ripari chiedendomi di partire con lui, ma almeno una settimana di ferie vere me la voglio fare se no arrivo a settembre stanca morta. Due settimane passate a dormire di giorno
e a fare la veglia di notte, scombussolerebbero pure un appassionato di rave party, figuriamoci me.

martedì 15 giugno 2010

D’altronde non si può dire cose audaci senza citare dove le donne danno i baci (Marziale)

Qualche anno fa, non ricordo esattamente quando, un uomo di qualche anno più vecchio di me, mi disse che il pompino è una pratica sopravvalutata. Disse più o meno “le donne stanno lì a succhiare, succhiare e io penso a cosa ho mangiato per cena.” Non so se l’opinione del tizio in questione sia condivisa da molti (anzi, mi farebbe piacere saperlo, se vi va), ma a me, il sesso orale attivo o per dirla come gli antichi “la fellatio” mi è sempre piaciuta. Quando ero ancora inesperta (non troppi anni fa, in fondo), quasi strappavo a morsi il “coso” degli uomini. Poi qualcuno mi ha insegnato ad essere più delicata e cercare di capire i desideri dell’altro, in base alle reazioni del suo pene. Mi piace vederlo crescere fra le mie labbra e mi piace il sapore delle mucose che lo lubrificano. Mi piace sentirlo pulsare e quando sta per straripare sento il canale che si riempie e lo sperma quasi fa rumore mentre sale su. Basta saper ascoltare ;-)
Una cosa che nessuno mi ha mai insegnato, ma che, evidentemente ho nel sangue, è il piacere di ingoiarlo, lo sperma caldo. Mi piace sentirlo in gola o in faccia, anche se brucia la pelle quando è screpolata dal freddo. Mi piace la consistenza densa, come una crema idratante :p In linea di massima il piacere nel veder schizzare un uomo è una cosa atavica.  E’ come contemplare la forza della natura dirompente. E mi piace quando l’uomo fa sentire il proprio piacere. Non amo molto le parole, durante il sesso, anche se per qualche cliente, è istintivo parlare. Preferisco sentir urlare di piacere. L’urlo non è solo delle donne, ma molti uomini si intimidiscono, pensano che sia come perdere il controllo, come mostrare le proprie debolezze. Nell’istante in cui urlano, chiudono gli occhi e aprono la bocca, li sento fragili, ma soddisfatti e sono contenta anch’io. Quei piccoli attimi in cui la mente si perde e il corpo trema nella sua fragilità, noi torniamo ad essere noi stessi.

Moderne cortigiane

Stasera, su suggerimento di un caro amico amante del sesso orale, avevo pensato di scrivere una bella apologia del pompino, ma preferisco affrontare una riflessione che ritengo molto importante. Guarda che palle, penserete, stasera niente segozza sul diario di Valentina. Dobbiamo sorbirci le elucubrazioni di una squillo filosofa! Cercherò di non essere troppo pedante, ma ci tengo molto a fare una precisazione.
Oggi ricevo una mail da un mio lettore che mi chiede: ma tu sei veramente così? Può una prostituta mascherarsi da intellettuale o un’intellettuale da prostituta?
Capisco il suo sconcerto e non mi sento più di tanto turbata. Lo capisco intanto perché non è la prima volta che una persona, anche quelle che mi conoscono dal vivo, rimane sorpresa dai molteplici aspetti che compongono il mio essere, senza pensare che tutti noi siamo tante cose e non una sola. E lo capisco anche perché la nostra società machista e fondamentalmente ipocrita, ci porta a credere che una prostituta sia una sorta di animale analfabeta. Anche le prostitute che sono costrette a vendersi per strada non sono analfabete, meno che mai quelle che lavorano a casa, di loro scelta. Perché partire dal presupposto che un’intellettuale non possa farsi pagare per la propria compagnia o che una prostituta non possa essere laureata?
Non vi sembra un po’egoistico (e pure da tirchi), pensare che donne intellettualmente stimolanti debbano darla via gratis? Così, perché sono ninfomani, edonisticamente annoiate o una sorta di dandy al femminile?
Pensate alle cortigiane della Belle Epoque. Donne eleganti, raffinate, colte e… mantenute, quindi prostitute. Pensate alla Geisha giapponese che tutt’oggi, deve frequentare una scuola durissima prima di poter lavorare. Sono donne abili nelle arti e fini conversatrici e non sempre un incontro con un cliente si conclude con del sesso vero e proprio.
E allora perché da noi una puttana, donna sognata e desiderata da tanti, deve essere ignorante e superficiale? O forse il problema sta nel fatto che io faccia pagare per la mia compagnia nonostante il mio essere “intellettuale”? Dovrei “ammollarla” così aggratis? E perché? Almeno io rendo felici alcune persone, senza pretendere in cambio di presentare uno show di prima serata o peggio di diventare Ministro.

Non ti muovere, non fiatare...

Stanotte è venuto Andrea. E’ venuto nel vero senso visto che mi ha scopato senza troppi riguardi.
Così non va. Ho fatto quello che mi ha chiesto perché mi sono imposta, quando ho cominciato a prendere sul serio questo lavoro, di non chiedere mai niente ai miei clienti. Con tutti gli altri, sicuramente è una questione di riservatezza e rispetto per la loro sfera privata; oltre al fatto, come ho già detto, che non voglio entrare troppo in confidenza con la persona. Con Andrea lo stadio “riservatezza” è stato superato abbondantemente, ma essendo comunque un cliente pagante ed un amico, non mi sono sentita di sbattergli la porta in faccia. Forse avrei dovuto però.
Paradossalmente la notte è il momento in cui lavoro meno. I miei clienti, la sera, o sono con le loro famiglie, mogli e fidanzate o comunque vivono la loro vita. Quindi, a meno che non abbia appuntamenti precisi, do per scontato che la notte sia fatta per dormire.
Ma stanotte, evidentemente, non era destino.
Mi fa uno squillo sul cellulare che sono le tre. Se avesse citofonato, svegliando mezzo condominio, l’avrei preso a schiaffi, giuro. Con molta probabilità me li avrebbe ridati con gli interessi, ma comunque se li sarebbe meritati. Sento lo squillo e faccio finta di nulla. Dopo cinque minuti mi squilla ancora, guardo chi è, e mi rimetto giù. Poi mi telefona ed ero tentata di mandarlo affanculo, ma per un mio personale codice etico, non l’ho fatto. A volte vorrei essere una persona un po’ più forte, una di quelle prostitute che mettono subito in chiaro le cose, con l’indole della maitresse.
 Purtroppo, non lo sono di carattere e in più c’è il fatto che Andrea ha un profondo ascendente su di me e lui lo sa. Mi ha chiesto se poteva salire e io gli ho aperto. Mi sono alzata che un po’ mi giravano (tanto più che domani sera viene Walter e devo stare sveglia tutta la notte a fargli da mamma), sono andata in cucina e ho messo a scaldare il tè. Odio il caffè, quindi l’unica alternativa adrenalinica è il tè. Non faccio neanche in tempo a voltarmi che quello arriva, mi stringe le mani sui fianchi, mi alza la maglietta e me lo mette dentro. Ero gocciolante, lo ammetto, quindi ha avuto gioco facile. Mi fa piegare sulla cucina, mi mette la mano sulle tette sotto la maglietta e me lo spinge dentro per decine di volte. Alla fine viene, esce fuori e va in bagno a togliersi il preservativo. Che scena assurda. Neanche fossimo in un film porno.
Andrea in questi giorni ha qualcosa che lo preoccupa, anche se io non glielo chiedo e lui non me lo dice. E’ diverso, scontroso, umorale; ha uno sguardo che non mi piace. Dovrei chiedergli cosa non va, ma è talmente ringhioso che come minimo mi arriva una sberla. Va boh, fatti suoi. Finché paga.
Abbiamo preso il tè e poi si è messo sul divano a guardare la TV. Ha fatto un po’ di zapping, poi mi ha chiesto di inginocchiarmi davanti a lui, mi ha legato le mani dietro la schiena e mi ha fatto rimanere lì, in quella posizione fino ad un’ora fa. Senza muovermi, senza fiatare. Ho tutti i muscoli che mi fanno male e considerando il suo umore nero posso ritenermi fortunata che mi abbia slegato prima di andarsene. Stronzo.

lunedì 14 giugno 2010

Come mi scopi tu... nessuno mai ;-)

Oggi fa un caldo pazzesco qui. Ammetto la banalità dell'incipit, ma rimane il fatto che fa un caldo pazzesco. In giorni come questi, con il ciclo mestruale addosso, bandisco i pantaloni dall'armadio e metto solo vestiti corti. Sembro un pò la vispa Teresa, ma non me ne frega assolutamente niente. L'unica cosa che mi da un pò fastidio (so che ora riderete!) è che i vestiti estivi, come certe magliette, lasciano intravedere i capezzoli turgidi sotto il reggiseno. Mai andata in giro senza reggiseno, giusto in spiaggia, quando non c'è troppa gente, ma in questi giorni, con vestiti fini come questi, non c'è rimedio. E quando alla gente casca l'occhio sulle tette gonfie, non so se sorridere o imbarazzarmi. Alla fine, spesso, faccio finta di nulla e cerco di attirare l'attenzione dell'altro sulla mia faccia :-)

    Domani pomeriggio viene a trovarmi Andrea, il cliente di cui accennavo qualche post fa. Con Andrea è stata una cosa molto strana. Me l'ha presentato un cliente che avevo agli inizi della "carriera" e siamo andati subito d'accordo. E' un tipo a posto, anche se con pretese un pò al di sopra della media; ha un buon lavoro e il numero giusto di amici. Quando ci siamo conosciuti si era trasferito da poco e non conosceva molta gente, allora passava tanto tempo con me. Con Andrea non è mai successo di fare una scopata e salutarsi. Si ferma da me anche dopo, cuciniamo qualcosa e poi scopiamo di nuovo. A dormire, va sempre a casa sua. Non dormo con i clienti a meno che non mi si chieda espressamente e la maggior parte dei casi, sono persone che chiedono solo una compagnia per dormire. Niente sesso, solo qualcuno che li tenga stretti quando dormono. Il mercoledi è la notte di Walter e magari giovedi scrivo due righe. E' una richiesta piuttosto comune negli ultimi anni e penso che qualcuno dovrebbe pubblicare uno studio sociologico al riguardo.

    Dicevo di Andrea. Siamo diventati amici, nonostante i soldi (che pretendo comunque quando si scopa... business is business alla fin fine!) e mi fa piacere quando passa a trovarmi. All'inizio pensavo che fosse un errore costruire un rapporto così strano e che uno dei due poteva anche innamorarsi. Con lui, però, non è mai successo e mai succederà. Semplicemente stiamo bene insieme, ma non siamo fatti l'uno per l'altra in quel senso. Per evitare rischi però, con gli altri clienti ho sempre evitato le chiacchiere di troppo. Bastano due parole in più dette bene, per far scattare una molla dentro di noi (inteso anche come dentro di loro) e finire infognati in qualcosa di ingestibile e doloroso. E io sto alla larga dal dolore, fino a che posso.
Andrea, la prima volta che l'abbiamo fatto mi ha chiesto se poteva mettermelo dietro e ovviamente ho detto sì. Mi piaceva e non ho neanche voluto che mi bagnasse il buchetto, l'ho fatto entrare così com'era e mi è piaciuto da matti. Era stretto, ma lui è riuscito a non farmi troppo male e sentire il suo coso pulsarmi dentro è stato magnifico. Mi è uscito un pò di sangue, ma non mi importava. Quando era dentro mi ha dato uno schiaffo sul sedere. Era una delle cose più strane successe fino a quel momento :-) Non avevo ancora idea del perchè l'avesse fatto, ma da quel giorno è una cosa che mi stuzzica sempre. :-) Andrea è l'unica persona con cui queste cose mi vengono naturali. Ho altri clienti che amano schiaffetti e giochini sadomaso, ma con lui è una cosa diversa. Una volta mi ha chiesto se poteva chiamarmi anche fuori dall'orario di lavoro per sapere quello che stavo facendo. Sembra una richiesta stupida, ma il controllo delle azioni dell'altra persona è una tipica ossessione del Master, quello vero. Avrei voluto dirgli di sì, giuro, ma poi ci ho pensato e penso di aver preso la giusta decisione. Se gli avessi detto sì gli avrei spalancato le porte della mia vita, lui ne avrebbe preso il controllo e a lungo andare avrebbe chiesto l'esclusiva, lo so. Per non parlare dell'aspetto economico che rimane quello fondamentale. Se facessi la panettiera e un tipo venisse ogni giorno a chiedermi il pane gratis lo butterei fuori a calci. Stessa cosa vale per la figa, in senso lato. Come avrei dovuto o potuto fargli pagare il controllo della mia vita? Non sarebbero bastati milioni di euro .

A volte mi chiedo: cosa succederà quando si stuferà di pagarmi o quando troverà il vero amore o io il mio? Mi fa male lo stomaco solo a pensarci e preferisco non farlo anche se, come in tutte le cose, basterà farsene una ragione...

Tu, tu che leggi, cosa pensi quando ti masturbi?

La domenica è sempre un giorno lungo da far passare. I clienti stanno con le famiglie e in questo periodo non ho traduzioni urgenti da consegnare. Sapete, all'inizio, quando ho scelto di fare questo mestiere consapevolmente, avevo deciso di non accettare clienti sposati. Ho scoperto dopo poco che è una decisione impossibile, a meno che non si scelga di avere una ridottissima clientela di diciottenni squattrinati o vecchi rimbambiti. Se, come nel mio caso, le scelte si spostano su uomini dai venticinque a cinquantacinque anni, che abbiano la possibilità di farmi lavorare con un certa continuità, escludere gli sposati è impossibile. E' una cosa orribile, sapere che stai scopando con un uomo che a casa ha una moglie e dei figli che lo aspettano, ma dopo un pò ci si fa l'abitudine. La cosa brutta è che queste persone, mi rendono diffidente nei confronti dell'universo maschile, visto che mi portano a non fidarmi di nessuno. Un giorno anch'io potrei essere sposata e potrei non sapere che mio marito vede altre donne, magari a pagamento.
Tornando ad oggi, stasera, dopo la doccia di rito, mi sono masturbata. Una volta un mio amico mi chiese se mi ero mai masturbata e rimase stupito quando gli dissi di sì. Rimase ancora più stupito quando gli rivelai che tutte le donne si masturbano, nessuna esclusa. Anche le educande, le timide, le spocchiose e le secchione. Tutte.
Io quando mi masturbo, per eccitarmi, immagino di essere violentata. Non che mi piacerebbe provare un'esperienza così atroce, ci mancherebbe, ma mi eccita l'idea di essere presa con la forza e in questo mi manca un Master tutto mio che mi prenda per mano e mi indichi la strada. La sua strada. Immagino di essere legata e presa da più persone insieme. Toccata, graffiata, baciata, violata in tutti i modi possibili ed immaginabili. E quando vengo è una sensazione disarmante e meravigliosa. Spesso godo più da sola che con un uomo e so che per molte donne e così. Sarei curiosa di sapere tu, tu che leggi, cosa immagini quando "giochi con te stesso", quando ti masturbi. Cosa pensi per eccitarti... ti va di dirmelo?

domenica 13 giugno 2010

Io e l'amore per le donne

Oggi non riesco a svegliarmi. Mi sono alzata che erano le sette con il mal di testa e non sono ancora riuscita a farmelo passare. Maledette feste! Ieri sera poi ho accompagnato quel mio cliente a cui ho accennato uno o due post fa. Ho messo in chiaro i termini dell'accordo e mi sono buttata nella mischia, del resto mi sono detta, se non è un problema per lui perchè dovrebbe esserlo per me? E' stata una serata mediamente tranquilla anche se mi fa sempre ridere partecipare a feste fra persone di mezza età che ad un certo punto della serata perdono completamente il senno, causa litri di super alcolici, e finiscono per provarci pure con l'attaccapanni. Il cliente che ho accompagnato è una brava persona e anche per questo ho accettato senza fasciarmi troppo la testa. Si chiama Roberto ed è direttore di un grande albergo di Firenze. E' stato carino perchè mi ha presentato semplicemente come Valentina, senza aggiungere altro. Vista la differenza di età, all'inizio ci hanno guardato tutti un pò incuriositi, ma dopo poco nessuno ci ha più degnati di interesse :-) Ho conosciuto una donna ieri, palesemente lesbica e palesemente intimidita dalla sottoscritta. Stava seduta in un angolo a parlare con i colleghi e di tanto in tanto mi lanciava un'occhiata. Appena incrociava il mio sguardo, si rigirava facendo finta di niente. Che buffa!
A me non dispiacciono le lesbiche, mi è pure capitato di avere delle clienti donne. Però, essendo di “indole” eterosessuale preferisco quelle mascoline. Una donna mascolina, vestita da uomo, pettinata da uomo, con il fisico da uomo mi piace e pure molto. Ha un fascino particolare e terribilmente magnetico. Una volta ho visto una donna  in via de Cerretani, con un vestito da uomo, elegante e raffinato. Molto anni cinquanta. Borsalino, giacca, gilè, camcia e pantaloni con il risvolto e, immancabili, le scarpe bicolore. Era stupenda, un uomo stupendo. Contrariamente ai miei gusti che prediligono uomini (e quindi donne) grandi e grossi, lei era minuta, ma si muoveva in modo così virile da non lasciare troppo spazio ai gusti personali. L’ho desiderata fortemente, ma non sono mai stata il tipo da fermare qualcuno per strada; neanche per chiedere l’ora, figuriamoci per chiedere una scopata. Quella di ieri sera, ahimè, non si avvicinava nemmeno lontanamente al mio stereotipo. Troppo timida, troppo chiusa, quindi niente da fare.
Roberto mi ha accompagnato a casa che erano le tre. Ho chiesto se voleva salire a prendere un tè e grazie a Dio mi ha detto di no, che era troppo stanco. Non avevo per niente voglia di lavorare fino a mattina.

sabato 12 giugno 2010

Quei giorni lì...

Ci sono delle persone che amano farlo “in quei giorni lì”. Niente di strano, ognuno è fatto a modo suo. Ho un cliente in particolare che viene a trovarmi solo in quei famosi giorni. Quello che sto per dire vi farà ridere (fa ridere anche me), ma lui vuole che lo avvisi quando arriva “il momento”. A volte vorrei avere una segretaria o magari un sito con newsletter settimanale per i clienti fissi
Il cliente in questione si chiama Lorenzo e ha poco meno di quarant’anni. Perché ama farlo proprio in quei giorni? La risposta vera penso non la sappia nemmeno lui, ma evidentemente è uno a cui piacciono gli umori delle donne. Poi penso ci sia anche il fattore corpo: durante il ciclo, si sa, il corpo della donna “esplode” e diventa più sensibile agli stimoli. Stamattina, dopo la doccia, mi sono un po’ studiata allo specchio. Le mie tette, da una terza normale, arrivano almeno ad una quarta. Sono tonde e sode fino all’inverosimile. Per non parlare dei capezzoli.  Turgidi e sporgenti come ditali. Basta sfiorarli per farmi inzuppare completamente. E poi, ovviamente, lei, la Pachamama
E’ mille volte più sensibile che nei giorni “normali” e se si supera il “fastidio” del ciclo, si scoprono belle sensazioni, giuro! Da provare assolutamente . Lorenzo è uno che non ha schifo di nulla o comunque non di leccarla in quei giorni lì. Gli piace il sapore intenso del ciclo e io lo lascio fare. All’inizio mi ha stupito parecchio, questa cosa, ma dopo un po’ ho pensato che non ci fosse niente di male: buongustaio o amante dell’orrido? Ai posteri l’ardua sentenza

Dilemma

Dilemma. Un cliente mi ha chiamato per chiedermi di accompagnarlo ad una cena fra colleghi. Che faccio? Lui lo conosco, ma gli altri no. Ho paura che la situazione sia imbarazzante e che sfugga di mano. Mi stupisce che lui non si ponga il problema di presentarsi con una escort, anche se non ce l'ho scritto in fronte, però potrebbe venir fuori. Certo non mi va di mettermi a far finta di essere un'altra persona. Le cose iniziano così e poi non si sa dove finiscono. E' la prima volta che ho un dubbio del genere e non so che fare...

venerdì 11 giugno 2010

Mi presento (ovvero: come tutto è iniziato)

Immagino che interessi a pochi il diario delle mie giornate, ma arrivata a questo punto sento forte il bisogno di riportare su carta (anche se digitale) le mie esperienze quotidiane. Ho sempre amato scrivere e per anni l'ho fatto solo per me, nel silenzio della mia cameretta, prima e della mia casa, ora. A sette anni ho scritto il mio primo racconto e mio padre l'ha mandato al Corriere dei Piccoli; me l'hanno pubblicato. E' stata un'emozione... Parlava di un bambino che viveva nel bosco insieme agli animali... Ma forse, se siete inciampati nel mio blog non è per leggere del mio racconto di bambina.
Io faccio la squillo o per essere prosaici, la prostituta. Non è il mio unico lavoro, ma con gli anni è diventato quello principale. Vi sembra un pò triste? Non lo è. Ho studiato lingue all'estero e traduco articoli per alcune riviste. Ovviamente quello che guadagno con il mio corpo è dieci volte tanto quello che guadagno con il mio cervello. Pazienza...
Meglio approfittarne fino a che si è giovani, no? Poi diventa più difficile trovare dei clienti decenti. E poi, magari un giorno vorrò anche darci un taglio e farmi una famiglia e dimenticare le avventure del mio passato. Mi auguro solo che mi resti un bel conto in banca.
Comunque, mi chiamo Valentina, ho 25 anni e vivo a Firenze. Mia madre è toscana e mio padre piemontese, di un piccolo paesino in provincia di Asti.
Non pensiate che chi non è sfruttata, cominci la sua carriera con cognizione di causa. Io ho scoperto per caso, che in fondo, usare consapevolmente il proprio corpo non è una cosa sbagliata e ci si può anche guadagnare.
E' stato, quanto? Circa due anni fa. Tornavo da una festa completamente ubriaca. Io non beve molto, anzi, ora come ora non bevo praticamente mai, e quando lo faccio perdo subito il controllo. Quella sera tornavo a casa da sola, barcollando per strada. Avevo voglia di fare sesso. Credo che l'alcol faciliti l'abbandono dei freni inibitori, vero? Comunque, arrivo al parcheggio dei taxi, chiedo ad uno se mi può accompagnare a casa, anche se ho solo cinque euro. Dice di sì. Quando entro in macchina mi spiega che i tassisti sono tenuti ad accompagnare una  ragazza sola anche se non ha i soldi. Mai saputo se è una balla o se è vero.
Gli chiedo se vuole fare sesso. Non so nemmeno io come una cosa simile mi sia passata per l'anticamera del cervello. Non che fino a quel momento fossi  stata una santa, ma insomma, c'è anche un limite.
Lui tentenna, poi dice di sì. E' giovane, ma non è tanto carino.
Ricordo poco di quella notte. Solo che l'abbiamo fatto e io sono praticamente svenuta dal sonno appena finito. Ricordo i suoi passi fino al bagno e ricordo che si è sciacquato l'uccello un bel pò di volte. La mattina non voleva che andassi via. Insisteva e mi diceva che poteva pagarmi. Ci ho pensato un pò sù e la cosa non mi è parsa poi tanto assurda. L'abbiamo rifatto e mi ha dato cinquanta euro. Da quel momento è stato un crescendo, di incontri, di storie e di parcelle.
Vi chiedo scusa fin da ora se non riuscirò ad aggiornare il mio blog tutti i giorni, ma spero vogliate diventare miei "amici" e scoprire qualcosa in più di questo mondo che nessuno ammette di conoscere, ma chissà come, è un business che non sente mai la crisi.Buongiorno Mondo...

Oggi sono sfinita. Stanotte non sono riuscita a chiudere occhio per il caldo e penso che mi stiano per venire perchè ho due bombe al posto del seno e capezzoli duri come pietre. E mi fanno pure male. Stamattina presto, sono andata in palestra. Sapete che qui esiste una palestra aperta tutta la notte? E' fantastica! Piena di gente di tutti i tipi, dagli sportivi accaniti, ai nottambuli, agli insonni ai manager che sputano sangue sul tapis roulant prima di andare a lavoro. La ragazza che l'ha aperta ha avuto un'ottima idea, anche se all'inizio, mi ha raccontato che l'hanno presa per scema. Però a pensarci bene di palestre aperte durante il giorno ce ne sono centinaia e magari c'è gente che non ha tempo di andarci o che la notte non riesce a dormire e non sa come passare il tempo. Meglio la palestra che stravaccati sul divano a guardare film porno, o no?
Oggi non lavoro, come tutti i sabati. Non è stata una mia scelta, all'inzio, ma ora mi va più che bene così. Ho il tempo di finire qualche traduzione, uscire con gli amici a mangiarmi una pizza e andare al cinema; di fare una vita normale in pratica.
I miei clienti, comunque, hanno i sabati impegnati quindi è un accordo reciproco molto vantaggioso. Dopo due anni di onorata attività, mi sono costruita tutta una rete di clienti selezionati e non ne accetto di nuovi a meno che non siano consigliati da quelli già ho. All'inizio, per farmi conoscere, ho scelto la strada più facile: quella degli annunci su siti specializzati. Ho sempre cercato di selezionare e non ho mai dato primi appuntamenti a casa. Ci vedevamo in un locale, parlavamo un pò e poi, se andava a tutti e due, si passava al resto. Un pò come un appuntamento, solo che retribuito
Non è stato semplice, perchè c'era gente che non accettava i rifiuti ed in quel caso o trovavo il modo di liberarmene o stavo zitta e accettavo. Preferisco evitare di farmi aiutare da un uomo, anche solo da un amico, a gestire questa cosa, perchè poi diventa un business vero e proprio, con tanto di percentuale al protettore e sinceramente, mah non so, la vedo una cosa un pò sopra le righe. Non da me, insomma. Fin'ora mi è andata bene così.
Ho scoperto subito che maggiore è l'offerta e maggiore è il guadagno, ovviamente. Quindi i primi annunci li mettevo su siti di vario genere, da quelli "tradizionali" a quelli per amanti del sadomaso (solo slave in cerca di mistress, perchè i master, spesso, pretendono un'eslcusività che non posso assolutamente dare). Poi mi sono arrivate richieste di altro genere tipo donne in cerca di donna o addirittura clienti che volevano (e vogliono ) solo dormire con qualcuno o fare due chiacchiere. Una cosa che ho sempre rifiutato è fare la "terza" in una coppia. Non mi piace proprio e non chiedetemi perchè. Preferisco lasciare le coppie alle altre coppie.
E poi ho il mio cliente di fiducia, Andrea, fedele da quasi due anni e amico di lunghe chiacchierate
Le sette e mezza... si è fatta l'ora di cominciare la giornata! Buon weekend a tutti!