martedì 28 maggio 2013

Cene aziendali e arte che commuove

Venerdì scorso ho avuto l'onore (è sarcastico nel caso non si fosse capito) di accompagnare il mio uomo ad una delle numerose cene aziendali che vengono organizzate durante l'anno fra le mura della società della quale ormai è socio a tutti gli effetti. Si perché loro mica vanno al ristorante. Che scherzi?! Magari gli capita un tavolo in mezzo ad altre persone, in mezzo alla plebaglia fiorentina, alla feccia reduce del Bargello  (ultimamente mi capita di entrare sempre più spesso in modalità "Da Vinci's demons - Lorenzo il Magnifico" quando prendo in giro i colleghi di mio marito)! Meglio il catering in azienda così stiamo tutti belli puliti e disinfettati e i gossip squallidi rimangono tutti in famiglia. 

Ok ora che mi sono sfogata butto giù un sorso di tè e cerco di purificarmi dai ricordi della serata scrivendo due righe senza bile.

Tra le numerose fortune che hanno accompagnato la mia scelta del compagno della vita, c'è anche quella di avere un complice in praticamente tutte le cose che faccio e che penso. Marte è in realtà come Batman: ha una doppia identità. Lui lavora come è giusto lavorare, si veste come è giusto vestirsi in certi ambienti, ma in realtà i momenti che preferisce sono i pugni sul sacco la sera in palestra, le bestemmie che partono quando assiste alle partite di calcio in costume e, almeno così mi auguro, le scopate con la moglie. Sì perché ci tengo a precisare non senza orgoglio che noi scopiamo, non facciamo l'amore.

Quindi venerdì tra una portata e l'altra ci siamo fatti insieme parecchie grosse risate. Personalmente, quando partecipo a queste cose, rimango sempre con un po' di amarezza. Mi vengono in mente le difficoltà che Marte ha dovuto superare per farsi accettare e gli sforzi che sta ancora facendo visto che non è che tutti tutti gli vogliono un gran bene. Invidie, parlottii e sparlottii, cattiverie varie gli rendono la vita piuttosto complessa e questo mi rende infelice. Poi mi viene anche in mente che quando Marte "simpatizzava" con la sua ex in ufficio tutti sapevano tutto, ma nessuno ha mai minimamente pensato di dirmelo, all'epoca. 
Sacrosanto, ci mancherebbe, tra moglie e marito non mettere il dito, chi si fa i cazzi suoi campa 100 anni e poi a chi non è successo di coprire il tradimento di un amico o collega? Io stessa anni fa mi sono ritrovata a fare il palo per una collega che scopava nella stanza accanto a quella dove c'era il marito che io cercavo di intrattenere con chiacchiere idiote mentre manca poco mi veniva un infarto. E quindi okkei, lo capisco che i cornuti sono sempre gli ultimi a sapere le cose però, comunque, guardarli in faccia mi da sempre un certo prurito. 

Nota positiva: ho rivisto Emanuele che era un bel pò. Che bello che è, che persona fantastimeravigliosa. Lo adoro. Posso definirla praticamente una cotta, una sorta di amor cortese che non riesco oggettivamente a tenere nascosto. E visto che l'affetto è così fortemente ricambiato la cosa mi rende ancora più cotta. Ora non mi va di fare il resoconto finale delle sue avventure erotico-sentimentali con la mia amica Aradia, ma comunque venerdì ci ha presentato una signora decisamente più vecchia che l'ha accompagnato, ma a fine serata mi ha chiesto di Aradia. Gli ho detto che non la sento da un po' e che è sempre "felicemente" accompagnata, ma in realtà di tanto in tanto anche lei mi chiede di lui. E una volta mi ha detto che se l'è sognato di notte mentre scopavano e che la mattina si è messa a piangere. E che da quel momento è diventato una specie di sogno ricorrente per settimane e settimane e non riusciva a toglierselo dalla testa nemmeno quando lo faceva con il suo compagno. Anzi era pure peggio. Va beh per farla breve io ad Emanuele non ho detto niente. Sono cose private e non voglio riaccendere passioni che magari i diretti interessati non vogliono riaccendere. O forse avrei dovuto? Cazzo... 

Anyway... 
A fine serata siamo letteralmente scappati, io e mio marito, abbiamo lasciato la macchina sotto l'ufficio e abbiamo camminato fino a casa. Prima di rientrare ci siamo fermati davanti ad una chiesetta deliziosa dalla quale proveniva una musica meravigliosa. Siamo entrati, abbiamo preso posto ed abbiamo assistito ad un concerto per pianoforte organizzato da un'associazione di volontari che ho poi scoperto essere piuttosto conosciuta nel quartiere. Un ragazzo di neanche venti anni ha eseguito, tra le altre cose, un pezzo di Chopin con talmente tanta passione da farmi piangere. Mi sono messa lettaralmente a piangere. Che meraviglia...

2 commenti:

paolod ha detto...

sonata op.10 n. 12...??
non so perché ma la sento vicina alla tua natura...
con affetto
poldo_ :¬]

Valentina ha detto...

Fantasia Improvviso in Do minore op.66

Alla fine del concerto sono andata a ringraziare personalmente il pianista e ho chiesto di che pezzo si trattasse. Mi piacerebbe ritrovarlo e scaricarlo sul tablet a dire il vero anche se credo che la cosa che più mi ha emozionato sia stata proprio il sentirlo lì, dal vivo.