mercoledì 16 giugno 2010

Voulez-vous coucher avec moi?

Stanotte è la notte di Walter. Se io e lui fossimo amici, penso che potrei parlare per ore di tutto ciò che il suo animo nasconde. Ma non lo siamo e quindi i suoi segreti io non li ho mai saputi. Con Walter io assumo un ruolo particolarissimo, indefinibile. Praticamente lui vuole dormire nel mio letto e vuole che io stia con lui, lo faccia sentire protetto, coccolato, un po’ come una mamma. Io non posso dormire quando lui è con me. E’ importante che, se si sveglia, mi trovi subito lì, pronta a scaldarlo, a rassicurarlo o semplicemente ad andargli a prendere un bicchiere d’acqua. Walter (non è il suo vero nome) è l’azionista di maggioranza di una clinica privata di Firenze. Ha un ufficio enorme, una sedia in pelle umana come quella del capo del povero Fantozzi e potere di vita e di morte sui dipendenti della clinica, medici e chirurghi compresi. Ma… Walter negli anni, ha capito che le battaglie dei potenti, le ambizioni di certi ambienti e il potere, con tutto ciò che ne consegue, non sono fatti per lui. Non ce la fa. Da quello che mi ha detto un mio vecchio amico che me l’ha presentato, Walter stava per avere un forte esaurimento nervoso che l’avrebbe portato a dover rinunciare a tutto ciò che ha costruito. Non dormiva più e quando lo faceva si svegliava urlando per gli incubi e l’ansia.
Allora gli ho fatto questa proposta: dormire con me tutte le volte che ne sente il bisogno.
Non so se conoscete lo scrittore giapponese, Haruki Murakami. Io lo adoro. Ho letto tutta la sua bibliografia e non vedo l’ora che esca il prossimo. In uno dei suoi libri, ma non ricordo quale, una ragazza veniva uccisa e il suo mestiere era proprio questo: dormire con i clienti, senza mai dormire lei. Una sorta di prostituta/tata. Ho studiato la lingua e la cultura giapponese per alcuni anni e non
mi
ha stupito che in una società come la loro, potesse esistere una figura simile. I businessmen giapponesi sono schiacciati dalle responsabilità sociali e capisco che possano sentire il bisogno di un servizio del genere. Ma non mi aspettavo che anche da noi la richiesta aumentasse di anno in anno. Pensavo che i nostri dirigenti e uomini di affari prendessero la vita con un po’ più di leggerezza (in Giappone chi porta al fallimento la sua società si spara un colpo in testa, qui manco lo licenziano); e invece pare di no. Lo stress schiaccia anche i nostri capi. Walter è quello che viene più spesso, poi ci sono anche due suoi colleghi che passano la notte qui un po’ più raramente.
Walter ha 49 anni, divorziato, con due figli adolescenti. Lui arriva verso le 11 che ha già cenato, ci salutiamo, facciamo due chiacchiere e poi si mette a letto. Io lo accarezzo, gli do un bacio e mi metto accanto a lui. Termos di tè e uno o due libri da leggere. All’inizio si svegliava spessissimo. C’erano delle volte che tremava nella notte. Ora vedo che dorme più tranquillo. Quando lo sento agitarsi, lo abbraccio forte, gli sussurro qualche frase nell' orecchio, lo bacio e si riaddormenta. E così fino alla mattina. Da qualche settimana viene mercoledi e venerdi, ma quest’anno mi ha proposto una vacanza al mare insieme e penso che dovrò rivedere un po’ piani e pagamenti. La scorsa estate, quando sono partita per l’Argentina con due amiche, manca poco lo ritrovavo buttato in un fosso. Quest’anno si è messo ai ripari chiedendomi di partire con lui, ma almeno una settimana di ferie vere me la voglio fare se no arrivo a settembre stanca morta. Due settimane passate a dormire di giorno
e a fare la veglia di notte, scombussolerebbero pure un appassionato di rave party, figuriamoci me.

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