domenica 13 giugno 2010

Io e l'amore per le donne

Oggi non riesco a svegliarmi. Mi sono alzata che erano le sette con il mal di testa e non sono ancora riuscita a farmelo passare. Maledette feste! Ieri sera poi ho accompagnato quel mio cliente a cui ho accennato uno o due post fa. Ho messo in chiaro i termini dell'accordo e mi sono buttata nella mischia, del resto mi sono detta, se non è un problema per lui perchè dovrebbe esserlo per me? E' stata una serata mediamente tranquilla anche se mi fa sempre ridere partecipare a feste fra persone di mezza età che ad un certo punto della serata perdono completamente il senno, causa litri di super alcolici, e finiscono per provarci pure con l'attaccapanni. Il cliente che ho accompagnato è una brava persona e anche per questo ho accettato senza fasciarmi troppo la testa. Si chiama Roberto ed è direttore di un grande albergo di Firenze. E' stato carino perchè mi ha presentato semplicemente come Valentina, senza aggiungere altro. Vista la differenza di età, all'inizio ci hanno guardato tutti un pò incuriositi, ma dopo poco nessuno ci ha più degnati di interesse :-) Ho conosciuto una donna ieri, palesemente lesbica e palesemente intimidita dalla sottoscritta. Stava seduta in un angolo a parlare con i colleghi e di tanto in tanto mi lanciava un'occhiata. Appena incrociava il mio sguardo, si rigirava facendo finta di niente. Che buffa!
A me non dispiacciono le lesbiche, mi è pure capitato di avere delle clienti donne. Però, essendo di “indole” eterosessuale preferisco quelle mascoline. Una donna mascolina, vestita da uomo, pettinata da uomo, con il fisico da uomo mi piace e pure molto. Ha un fascino particolare e terribilmente magnetico. Una volta ho visto una donna  in via de Cerretani, con un vestito da uomo, elegante e raffinato. Molto anni cinquanta. Borsalino, giacca, gilè, camcia e pantaloni con il risvolto e, immancabili, le scarpe bicolore. Era stupenda, un uomo stupendo. Contrariamente ai miei gusti che prediligono uomini (e quindi donne) grandi e grossi, lei era minuta, ma si muoveva in modo così virile da non lasciare troppo spazio ai gusti personali. L’ho desiderata fortemente, ma non sono mai stata il tipo da fermare qualcuno per strada; neanche per chiedere l’ora, figuriamoci per chiedere una scopata. Quella di ieri sera, ahimè, non si avvicinava nemmeno lontanamente al mio stereotipo. Troppo timida, troppo chiusa, quindi niente da fare.
Roberto mi ha accompagnato a casa che erano le tre. Ho chiesto se voleva salire a prendere un tè e grazie a Dio mi ha detto di no, che era troppo stanco. Non avevo per niente voglia di lavorare fino a mattina.

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