giovedì 9 febbraio 2012

Scusa

Stasera sono proprio stanca. Ho lavorato fino a tardi e nonostante l'eccitazione per i risultati raggiunti, la stanchezza mi è davvero entrata nelle vene. Ma mi va di raccontarvi una cosa prima di crollare…

Oggi pomeriggio è venuto Jasper per una riunione. Doveva restare un paio d'ore ed è rimasto fino a dopo cena. Verso le otto vado in cucina a preparare una sorta di apericena + prosecco e vino a volontà (che ovviamente quando si deve rimanere concentrati è ottimo no?) e ci mettiamo a mangiucchiare e a bere mentre riassumiamo le cose fatte e quelle da fare. L'hotel l'abbiamo scelto e va solo prenotato, lo conosciamo bene entrambi e ci da piena fiducia. E' relativamente vicino all'azienda, ha un sacco di stelle e stelline e non lesinano nei servizi extra. Per la festa di fine lavori ci sono tre posti papabili, ma dobbiamo fare il sopralluogo a tutti e tre quindi ci prendiamo ancora qualche giorno. Massimo lunedì dobbiamo scegliere.

Verso le nove, in pieno delirio da vino e febbrile lavoro (anche se il delirio era solo mio visto che Jasper credo sia la persona più seria che abbia mai conosciuto), sento Marte che rientra dalla palestra. Entra in casa, appoggia la borsa nell'ingresso e viene verso la sala. Ovviamente gli ho parlato di Jasper e sapeva che ci saremmo visti oggi e che ci vedremo spesso nelle prossime settimane. E Jasper sa che convivo quindi tutto ok. Marte entra, Jasper fa per alzarsi e salutare, Marte gli fa cenno di stare comodo e si danno la mano Marte mezzo piegato in giù e Jasper mezzo alzato in su. Marte regala la sua solita stretta stritolatrice che ormai temo gli venga spontanea pure con la vecchietta col Parkinson del quarto piano, mi bacia, prende al volo un tramezzino e se ne va in cucina per lasciarci in pace. Jasper scuote la mano molto professionalmente e si presenta con nome e cognome tipo colloquio di lavoro e fa per risedersi. 
E... ed è lì che succede. E' lì che ho visto questa cosa che mi ha lasciato a metà tra il divertita e lo stupita. Perché non me l'aspettavo. Mentre si risedeva, Jasper ha spostato l'occhio verso Marte, anzi credo di poter dire che l'abbia spostato verso i pettorali del mio uomo e si è soffermato almeno cinque interminabili secondi prima di rimettersi seduto. Non ho resistito e mi è uscita una risatina soffocata. Lui mi guarda e mi chiede che c'è. Dico “niente”. Lui insiste in modo un po' troppo pressante per essere una situazione normale. Ha capito che ho capito. Gli spiego che mi è sembrato buffo che guardasse Marte in quel modo. In che modo? In quel modo lì, gli rispondo, dai non fare il finto tonto. Rimane in silenzio. Gli spiego che non c'è niente di male, che capita a tutti di soffermarsi un attimo su una persona che magari lì per lì ci ha colpito. Diventa subito serio e mi chiede scusa. Scusa? Ma scusa di che? Non c'è la fucilazione per chi guarda i compagni altrui anche perché credo che Jasper non sia l'unico ad esserci inciampato. Marte gli sguardi li attira comunque. Mi richiede scusa molto seriamente, senza fare scene, mi dice che non l'ha fatto apposta (ah no?). Gli rispondo che mi da fastidio che lui mi chieda scusa come se avesse qualche terribile colpa da espiare. Pensare non è peccato. Guardare non è peccato.

Gli chiedo se posso fargli una domanda personale e mi dice “non lo so”. Gliela faccio lo stesso. Gli chiedo che tipo di rapporto ha con il suo compagno. Mi chiede “in che senso?”, “nel senso se hai un compagno molto geloso, se in questo momento stai chiedendo scusa a me o a lui o a te stesso”. Inspira come per prepararsi alla rivelazione del secolo e poi non dice niente. Si sistema mille volte sulla poltrona, poi ci ripensa e si alza e dice che è l'ora di andare. Niente in contrario ma gli dico che mi dispiace che vada via per la mia domanda, non volevo offenderlo. “Non mi hai offeso ma è tardi e siamo stanchi meglio se finiamo qui la riunione e ci vediamo domani”. Perfetto. Sicuro che vada tutto bene? Sicuro. Ok allora. Prende cappotto, sciarpa e cappello e prima di andare via saluta Marte che intanto si è riaffacciato sulla sala. Jasper è palesemente imbarazzato e non regge lo sguardo di Marte e abbassa la testa. Marte mi guarda e mi fa la faccia di chi chiede “che cazzo succede?”. Scuoto la testa a dire “niente niente” e accompagno Jasper alla porta.

Rientro in sala un po’ pensierosa e Marte mi fa: te l’avevo detto che domani c’è la cena con i colleghi?
“Ma, veramente no”.
“Okkei, domani c’è la cena con i colleghi, da solo non vado”
“Cazzo”

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